(M. Ferretti) Snobbato per due settimane in Nazionale dal ct Antonio Conte, che in azzurro gli ha preferito addirittura Giovinco, Mattia Destro una volta tornato a casa si è vendicato alla sua maniera, cioè segnando. E spedendo così all’ex juventino un messaggio chiarissimo. Gli sono bastati cinque minuti per finire sul tabellino dei marcatori, per la terza volta di fila allo stadio Olimpico. Dopo Cagliari e Verona, il Chievo. Tre reti capitoline che l’hanno portato sul gradino più alto del podio dei cannonieri stagionali della Roma. Tre gol che, per l’ennesima volta, stanno a testimoniare la sua (grande) abilità di centrare il bersaglio. Nell’occasione con una torsione perfetta e un colpo di testa all’angolino alto, alla destra di Bardi. Già, una rete di testa. Che nella Roma di Rudi Garcia è una specie di rarità, visto che i giallorossi non segnavano in questa maniera da Roma-Parma del passato campionato (4-2, gol di Taddei). Come dire che Mattia ha messo davvero la testa a posto. Vi pare poco?
PROFESSIONE BOMBER Il Chievo gli porta bene, visto che è la squadra alla quale Mattia ha segnato di più nella massima serie, 6 gol (più uno in Coppa Italia) in 8 sfide. Con la maglia della Roma, aveva punito il Chievo anche nello scorso marzo, quando a Ve- rona fini 2-0 per i giallorossi. E proprio contro il Chievo, Destro ha esordito in Serie A, il 12 settembre 2010, con un gol e con la maglia del Genoa. E c’è un altro dato che va a tutto vantaggio dell’ex senese: quando lui segna, la Roma non perde mai. Nei suoi tre anni in giallo e rosso è andato in gol in 22 partite (tra campionato e coppa) e per la Roma sono arrivate 20 vittorie e 2 pareggi. Bene, no? Adesso, però, gli manca di colmare una lacuna: esordire in Champions League. Mattia non l’ha mai fatto, non c’è ancora riuscito e martedì all’Olimpico arriverà il Bayern Monaco, che ieri ha rifilato sei reti al Werder Brema. «Sarà una bellissima partita, in più giocheremo di fronte al nostro pubblico, ci sarà lo stadio pieno e quindi lo spettacolo è assicurato. Noi siamo convinti della nostra forza, non c’era bisogno di ascoltare le parole di venerdì di Garcia per averne conferma: giochiamo sempre per vincere, contro tutti. E con la Juve ce la giocheremo fino alla fine. Io un grande attaccante? Io faccio il mio». Che non è poco.