Dopo le parole in libertà di Emma Winter («Totti se ne deve andare»), moglie di Andrea Agnelli, di Giuseppe Marotta («le parole di Totti sono lesive all’immagine della Juventus»), dg e ad dei bianconeri e infine quelle di Pavel Nedved («Totti da noi avrebbe perso la fascia e lui certe cose non le capisce perché non ha mai giocato in una grande squadra»), consigliere della Juve, in tanti si aspettavano un intervento corposo della dirigenza della Roma, di Pallotta in particolar modo, che è rimasta alle prese di posizione a caldo dello stesso Francesco Totti e di Walter Sabatini nel post Juventus-Roma. L’intervento del presidente della Roma è arrivato. Si discute, però, sul suo livello di corposità. Intanto, eccolo: «Dovremmo fare tutti un respiro profondo e calmarci un po’. Il calcio è un gioco che va a mille all’ora e a volte emergono errori e controversie: questo è un discorso valido per tutti. In fondo siamo due grandi squadre e ci avviamo verso una rivalità che durerà a lungo: questo non può che essere un bene per il calcio italiano. Saremo sempre orgogliosi della nostra squadra. Amiamo il nostro spirito. Torneremo presto e lotteremo sempre per arrivare in alto. Cominciate ad abituarvi. Forza Roma!», comunicato firmato James Joseph Pallotta, detto Jim, in queste ore a Londra per il «Leaders Sport Business Summit», dove si rapporterà con vari presidenti italiani, un po’meno con Agnelli.
DA AGNELLI AL CAPITANO – Parole che vanno in contrasto con quelle di Sabatini e dello stesso Totti, che avevano fatto capire come certi sbagli fossero solo indirizzati verso una sola parte. Intervento corposo, si diceva. Dipende dai punti di vista. Intanto le parole di Jim sono state apprezzate dagli juventinie questo non è un buon segno. Se compiaci il nemico o avversario, vuol dire che alla fine non è più un nemico/avversario o forse non lo è in questo momento. Per tanti tifosi, specialmente quelli della Roma, la Juve è la nemica storica, quella con cui mai fare alleanze, basti ricordare come fu preso il famoso caffè in Campidoglio tra Rosella Sensi e un pezzo della Juve di Moggi. Quella Roma aveva necessità di stringere alleanze con i forti, altrimenti sarebbe stata ingoiata, questa può viaggiare da sola e la vicinanza politica con la Juve non è gradita. Pallotta propone uno “stilnovo”, evidentemente diverso da quello del suo capitano, che si è esposto al deferimento. Jim mostra classe, vola alto, ma qualcuno ritiene «sospetta» questa morbidezza. Perché non ci si allea con chi ti froda, questo è un po’ il concetto. Il resto è noia. È vero, c’è chi definisce di buon senso l’intervento del presidente, ma c’è anche chi gli rimprovera di aver lasciato soli Totti e la stessa Roma davanti agli insulti degli juventini. Qualcosa sta cambiando, forse. O forse è tutto come prima. Dipende dai punti di vista, o dagli interessi. «Si vede che Pallotta non è italiano», cinguetta un tifoso della Roma. Sbaglia, forse è il più italiano di tutti noi.