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IL MESSAGGERO Roma, che mazzata

Muller
Muller

(U.Trani) – Il gap tra il Bayern e la Roma è ancora impressionante. Esagerato e, per certi versi, quasi avvilente, anche se adesso è il caso di tenersi stretto il secondo posto nel gruppo E, ancora 2 punti di vantaggio sul City grazie alle reti di Doumbia e Natcho che hanno permesso al Cska di pareggiare a Mosca in rimonta. È bastata la notte dell’Olimpico da record d’incasso per rendersi conto di quanto il club bavarese sia più avanti. Tatticamente e tecnicamente. Con Guardiola che dà l’ennesima lezione di calcio della sua carriera, nello stadio in cui alzò la sua prima Champions da tecnico del Barça. La cinquina in 35 minuti, invece, fa subito venire in mente la goleada della Germania contro il Brasile, nella semifinale dell’ultimo mondiale a Belo Horizonte, con i tedeschi capaci di segnare addirittura 5 gol in 29 minuti, anche perché il punteggio alla fine è lo stesso: 7 a 1. Raffica di reti, come in allenamento. I giallorossi sanno bene che cosa significa subire il tiro al bersaglio: crollarono proprio con l’identico passivo all’Old Trafford, il 10 aprile del 2007, contro il Manchester United di Ferguson e Cristiano Ronaldo. All’epoca in panchina c’era Spalletti. Stavolta l’umiliazione è toccata a Garcia che, il 7 novembre 2012 a Monaco, perse 6-1 con il Lille proprio contro gli avversari di ieri sera (i primi 5 gol, però, in 33 minuti).

PEP DA MAESTRO La differenza l’ha fatta Guardiola. Che si è presentato con Benatia titolare, ovviamente fischiatissimo, nella difesa a tre. Per mettersi a uomo contro il tridente giallorosso: Boateng, il centrale su Totti, Alaba e l’ex romanista a scambiarsi Gervinho e Iturbe. Il 3-4-1-2 con Mueller e Lewandoswski davanti, Goetze trequartista e Robben e Bernat sulle fasce ha presto avuto la meglio. Garcia, pur partendo con il 4-2-3-1 e quindi con Pjanic più avanzato, si è accorto presto di non aver preparato bene il match. La Roma si è allungata e il Bayern si è di conseguenza divertito. Entrando in mezzo o sui lati.

BUCO A SINISTRA L’errore più evidente in partenza: Cole confermato contro Robben. Ma il mancino, specialmente se bravo come l’olandese, si ferma di solito con chi usa il piede destro. Garcia si comportò allo stesso modo contro il Cska: scegliendo Torosidis per marcare Tosic. La mossa funzionò. Il forfait di Maicon ha complicato tutto. Il brasiliano si è arreso nel pomeriggio e il greco ha dovuto prendere il suo posto a destra. Sarebbe stato giusto intervenire in corsa. Tant’è vero che, dopo l’intervallo, in campo è entrato Holebas e non più l’inglese. Anche l’altro cambio tra i due tempi è parzialmente servito: Florenzi per Totti. Per rianimarsi sul 5 a 0 (mai successo alla Roma in coppa nel primo tempo), raccolto superlativo dei campioni di Germania: Robben, Goetze, Lewandowski, ancora Robben e Mueller su rigore. Palo, paratona di Neuer e gol di testa: Gervinho salva la faccia nella ripresa. Guardiola fa entrare Rafinha, Ribery e Shaqiri. Gli ultimi due vanno in gol, De Sanctis è come se non ci fosse. Il Bayer va via a punteggio pieno. La prima sconfitta della Roma in Champions è la più dolorosa. Anche se la Sud canta andando oltre la tristezza: «Vinceremo il tricolor».

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