(D. Palizzotto) Il Comitato olimpico nazionale chiude la borsa, la Federcalcio insorge. Dopo la tassa sulla sicurezza imposta dal governo e l’incubo Irap contenuto nella legge di Stabilità, il calcio italiano affronta con irritazione l’ormai prossima riduzione dei contributi garantiti dal Coni: dal 2015 la Figc non riceverà più 62 milioni a stagione, ma una cifra decisamente inferiore, oscillante con ogni probabilità tra i 40 e i 45 milioni di euro.
L’entità del taglio al calcio e la nuova ripartizione degli oltre 400 milioni incassati dal governo tra le varie federazioni sarà resa nota dai tecnici del Coni lunedì e comunicata alle parti in causa il giorno successivo, quando sono in programma Giunta e Consiglio nazionale. Di sicuro la commissione presieduta dal vicepresidente del Coni e numero uno della Federazione canoa e kayak Luciano Buonfiglio ha rivisto gli attuali criteri di ripartizione perché «al momento – ha spiegato il presidente dello sport italiano Giovanni Malagò – il contributo spettante alla Figc, diversamente dalle altre federazioni, non è individuato attraverso parametri precisi ma con una percentuale fissa del finanziamento pubblico».
I nuovi criteri, invece, prevedono una suddivisione dei proventi fortemente condizionata dalla preparazione olimpica e solo in parte dal numero dei tesserati delle singole federazioni. Ecco perché il taglio al calcio potrebbe addirittura superare i 20 milioni, per la rabbia della Figc: «Il metodo del Coni si commenta da solo – ha tuonato il presidente Carlo Tavecchio al termine del Consiglio federale convocato ieri a Roma – Presenteremo le nostre considerazioni politiche perché Malagò deve sapere che il calcio italiano ha un milione di tesserati più della seconda federazione».
Per la precisione la differenza tra calcio e volley – al momento la seconda federazione – è di poco superiore ai 730mila tesserati. Ma il discorso non cambia: per la Figc il Coni non dovrebbe contare i voti, ma pesarli. E dunque il taglio da tempo annunciato dovrebbe essere ben inferiore ai 20 milioni ipotizzati. Ma Malagò va avanti per la sua strada e già pensa alla redistribuzione dei «risparmi», con un premio consistente riservato agli sport olimpici come atletica (5.1 milioni a stagione al momento), nuoto (4.7), scherma (3.8) e volley (3). «È strano vedere uno sport con l’impatto sociale e la visibilità del calcio in questa situazione – ha dichiarato il presidente del sindacato calciatori Damiano Tommasi – c’è preoccupazione per i tagli, serve unità d’intenti». «Tavecchio chiederà un approfondimento e magari un differimento dei termini – ha aggiunto il presidente della Lega B Andrea Abodi – non possiamo intervenire nei bilanci a stagione avviata».
Nel tentativo di dimenticare i tagli, la Figc ha accelerato sulle riforme. Il Consiglio federale ha infatti approvato le linee di indirizzo del fair play finanziario sul modello Uefa e trovato un’intesa sul tetto a 25 giocatori per le rose, sulle nuove regole per il tesseramento degli extracomunitari (almeno uno dei due calciatori ammessi per ogni club dovrà avere un curriculum internazionale) e per le incompatibilità e la decadenza dalle cariche societarie. In attesa del rilancio dei vivai, di una riforma dei campionati decisamente complicata (i club medio-piccoli della serie A si sono opposti alla riduzione del torneo da 20 a 18 squadre) e dell’imminente, temuto taglio dei contributi.