(A. Serafini) Lingua di fuori e pugno chiuso verso la curva Sud. Si è lasciato andare per qualche secondo Rudi Garcia, sorpreso dal boato dell’Olimpico che ammirava sui maxi schermi il vantaggio del Genoa contro la Juventus. Una ciliegina finale sulla serata, che non deve però far cantare vittoria. Almeno di fronte a microfoni e telecamere: «Ho saputo del risultato di Marassi negli spogliatoi – nasconde il tecnico francese – prima ero solo concentrato sulla partita dei miei ragazzi. Penso soltanto alla Roma».
Alla fine, con qualche sforzo di troppo, l’obbiettivo è stato comunque centrato:«Questa è la settima vittoria in nove gare, l’unica cosa che mi interessava era vincere perché avevamo solo un risultato». Contro un’altra formazione che ha pensato esclusivamente a non prenderle all’Olimpico. Ma a questo Garcia si è ormai abituato: «Eravamo un po’ sottotono nel primo tempo, peccando di eccessiva impazienza. Sappiamo che contro queste squadre dobbiamo essere bravi nel cercare di passare subito in vantaggio, certo sono contento che non abbiamo subito gol. Le partite però vanno chiuse quando ne hai la possibilità, altrimenti si rischia anche subendo una sola occasione».
Basta poi non parlare di turnover o dei giocatori, che come Destro, non trovano continuità nonostante l’alta media realizzativa. Garcia su questo non si nasconde: «Mattia è un uomo di qualità, sempre positivo, che aiuta la squadra. Deve migliorare il suo carattere, gli chiedo sempre di avere più carattere in campo. Il suo gol ne è una testimonianza». Tutto risolto anche con Iturbe, uscito dopo qualche minuto del secondo tempo dopo una prestazione incolore. Il tecnico sorridendo, spiega il malumore vissuto dall’attaccante argentino in panchina: «Vedendolo così sono ancora più felice, perché dimostra quanta voglia ci sia in lui di fare meglio. Manuel è un ragazzo fondamentale come tutti gli altri, il suo atteggiamento nel voler continuare a giocare per me è stato un segnale positivo». Dalla panchina festeggia anche Totti: «L’unico risultato era la vittoria».