(E. Menghi) – Per continuare ad essere all’altezza delle ambizioni e per eliminare del tutto le scorie del 7-1, Garcia chiede alla Roma di tornare alla vittoria contro un Cesena in salute, capace di opporre resistenza all’Inter anche in dieci uomini, ma con una rosa sette volte inferiore secondo i parametri del mercato.
Certo, i giocatori non scendono in campo con l’etichetta del prezzo attaccata e una squadra ben organizzata può riuscire nell’impresa di ingabbiare una grande, ma i giallorossi hanno voglia di legittimare il loro valore prima di affrontare le trasferte più impegnative di Napoli e Monaco. Serve la spinta giusta per ripartire, il guizzo d’orgoglio che un Rudi più teso del solito si era dimenticato di reclamare pubblicamente prima di andare a Marassi (stasera sarà la Juventus a testare il terreno difficile con cui se l’era presa Garcia dopo lo striminzito 0-0 con la Samp).
I bianconeri giocano per la seconda volta in questo campionato in contemporanea con la Roma e l’Olimpico (torna lo standard di pubblico dopo l’exploit in Champions) avrà gli occhi sul campo e sul tabellone allo stesso tempo, sperando in buone notizie da Genova. Sono i giallorossi a non doversi distrarre: «La prossima gara è sempre la più importante – avverte l’allenatore francese – non pensiamo alle successive. Dobbiamo tornare alla vittoria in campionato. Un pareggio in casa della terza in classifica può essere un buon risultato, ma con tutto il rispetto per il Cesena stavolta dobbiamo solo vincere».
Una prova di forza, di questo c’è bisogno per tenere aperto un campionato condizionato dagli episodi di Torino che Rudi non ha dimenticato: «È vero che nelle ultime cinque gare abbiamo vinto una volta sola, ma abbiamo giocato in casa della prima e non c’è più niente da dire su quella partita (risata ironica, ndc). A mio avviso, i pareggi a Manchester e con la Sampdoria non sono risultati brutti. Non ho visto una Roma stanca a Genova, forse il calo fisico c’è stato col Bayern. Basta colpevolizzare i singoli per quella partita, nessuno è stato bravo, nemmeno io. Cole? Presto lo rivedrete».
È già tutto in archivio perché sta per iniziare un nuovo miniciclo di partite, 4 in 12 giorni: «Quando ci sono partite ravvicinate, ai giocatori piace perché preferiscono scendere in campo ogni tre giorni e allenarsi di meno. Gli allenatori sono un po’ meno contenti, ma la buona notizia è che avrò più scelte da fare, perché tornano Manolas e Keita. Seydou è al 100% ed è pronto anche a iniziare la gara. Meglio non tenerlo in campo 90 minuti, però». Garcia non scarta l’idea di affiancarlo a De Rossi: «Non c’è problema di coabitazione tra i due».
Pensa lo stesso di Totti e Destro, ma i due raramente condividono l’attacco. Col Cesena dovrebbe toccare a Mattia: «Sta bene ed è pronto a giocare. Quando ci sono partite in cui partiamo da lontano, servono giocatori veloci per arrivare in porta e il capitano che aiuta nel possesso palla». Insomma, non sempre la migliore media-gol basta per farsi scegliere. Potrebbe, chissà, bastare in futuro per entrare nell’elite del calcio che aspira al Pallone d’Oro:«Il prossimo anno dobbiamo fare in modo di vedere alcuni giocatori della Roma in quella lista». Un buon proposito in più per finire bene l’anno.