(A.Serafini) – Essere parte integrante di un gruppo si nota anche dalle piccole cose. Ha imprecato, sudato e festeggiato come se fosse in campo Rudi Garcia, uscito dall’Etihad Arena di Manchester segnato dalla tensione, ma con tante certezze in più. A fine gara il francese si innervosisce della presenza di una telecamera che lo riprende mentre si avvicina esultante al settore ospiti giallorosso: ci sta soprattutto nel turbine delle emozioni che soltanto la Champions League ti può regalare. E la soddisfazione finale si nota eccome: «Sono fiero dei miei ragazzi, abbiamo dimostrato di essere all’altezza di questo girone. Diciamo che stasera è successo quello che avevamo previsto».
D’altronde non capita spesso di imporre il proprio gioco contro una delle squadre più forti d’Europa, fatto che al momento pone i campioni d’Inghilterra alle spalle dei giallorossi nel girone. Ma per i calcoli futuri è ancora presto: «Pareggiando questa sera lasciamo il City indietro di 3 punti, ma la cosa più importante è che è aver visto la mia Roma giocare con questa personalità. Qualora ce ne fosse bisogno potremmo prendere ancora più fiducia dopo questa partita, vedrete che diremo la nostra in questo girone di ferro». I meriti ovviamente sono condivisi per l’intero gruppo, ma per Totti si può fare un’eccezione: «Sono felice per il capitano, non ha mai segnato in Inghilterra. Se lo merita». Così come Cole. «È un grande campione – ammette Garcia – probabilmente l’aria dell’Inghilterra gli fa bene», conclude ridendo. Poi torna serio: «Faccio parte di un grande gruppo, con un enorme spirito di squadra. È bello ritrovarsi qui a giocare tra i club più ricchi del mondo, i ragazzi lo meritavano per come abbiamo lavorato negli ultimi 14 mesi». Giusto quindi godersi il momento, tanto da aprire il siparietto con Balzaretti collegato in diretta televisiva. «Se hai sofferto con noi significa che oggi in campo eravamo 12», scherzano i due. Nelle prossime settimane intanto i giallorossi proveranno a recuperare i tanti infortunati rimasti a Trigoria, anche perché prima della sosta c’è ancora un altro ostacolo da superare. Domenica a Torino c’è già la Juventus, il primo scontro diretto stagionale per lottare sull’altro fronte. «Ora dobbiamo riposare, domenica abbiamo un “piccolo” impegno da affrontare». Un passo alla volta.