(A.Austini) – L’arbitro Eriksson non ha fatto in tempo a fischiare la fine e Garcia era già scappato via nel tunnel. Guardiola lo incontrerà tra due settimane a Monaco e ci sarà tempo di stringergli la mano. Adesso deve pensare alla Roma, a come raccogliere i cocci di una sconfitta clamorosa, la peggiore di sempre in casa nella storia. Il bello e il brutto dello sport: dopo tanti record conquistati, adesso Rudi deve provare a cancellare un’onta.
«Il primo a sbagliare sono stato io». Esordisce così davanti alle telecamere, prendendosi tutte le responsabilità da condottiero. Sbagliata la formazione, sbagliato l’approccio: la Roma e Garcia hanno perso perché si era illusi di potersela giocare alla pari. «L’unica cosa che hai da perdere affrontando il Bayern – analizza il francese – è di prendere uno schiaffo. Purtroppo è successo. Loro sono stati semplicemente più forti ma noi abbiamo giocato molto meno bene del solito, senza l’aggressività necessaria. Siamo stati spettatori della partita invece di restare compatti: è stato un crollo tattico, non mentale. Non si può affrontare il Bayern a viso aperto. Ci siamo aperti troppo dopo il primo gol loro, dovevamo aspettare, invece siamo andati a cercare il pareggio. Per fortuna nel secondo tempo abbiamo mostrato di avere almeno l’orgoglio, anche se mi dispiace di aver incassato gli ultimi due gol».
Certe lezioni possono anche servire. Dovrà essere bravo Garcia a farlo capire ai suoi ragazzi. «Questa gara – conferma il tecnico – ci mostra tutti gli step che mancano per avvicinarci alle migliori d’Europa. Il risultato è troppo importante per non essere un incidente. Mi dispiace per i nostri tifosi che sono stati fantastici. Il loro messaggio alla fine è stato davvero forte, ci aiuterà a riscattarci subito».
In fondo, ieri è successo anche qualcosa di buono. E rispetto alla tranvata di Manchester, ora c’è la possibilità di una rivincita. «L’unica bella notizia è il pareggio tra Cska e City che ci lascia al secondo posto. Possiamo ancora sperare di passare il turno, è ancora tutto aperto – dice il tecnico tramortito ma ancora vivo – adesso bisogna subito reagire in campionato a Genova».
Come ha sempre fatto dopo ogni sconfitta pesante, Sabatini ci mette di nuovo la faccia. «È stato un disastro – ammette il direttore sportivo giallorosso – ci interrogheremo perché non ce l’aspettavamo. Per me i motivi sono solo di tipo nervoso: perdevamo i duelli e forse avevamo una malcelata sudditanza contro i campioni del Bayern Monaco. Pensavamo di poter giocare una partita diversa, se non alla pari almeno gagliarda. Se prima della gara eravamo una squadra meravigliosa, ora non siamo certo da buttare. È una lezione che faremo funzionare, anche se l’avremmo volentieri evitata. Ci è caduto addosso un macigno difficile da digerire ma noi lo schiveremo. I lupi sono sempre in giro, attenzione che potrebbero andare a Monaco…».
Intanto tornare nel mondo dei comuni mortali del campionato italiano sarà d’aiuto. «I tifosi restino vicini alla squadra – l’appello finale del direttore generale Mauro Baldissoni – che regalerà tante soddisfazioni». Ieri la Sud a fine gara ha urlato «Vinceremo il tricolore». Un sogno, almeno, resta vivo.