E’ partito tutto da lì, da quel gol di Turone non assegnato dall’arbitro Bergamo in quella sfida scudetto del 1981. Da quel momento è iniziata la vera rivalità tra Roma e Juventus. Tra bianconeri e giallorossi esiste un abisso di mentalità che persino un uomo capace di passare da un fronte all’altro sia da giocatore che da allenatore, Fabio Capello, arrivò a paragonare la Juventus alla monarchia e la Roma alla repubblica.
Le società in questo periodo sembrano essere più vicine per le divergenze con la Lega per i diritti televisivi, ma tra i tifosi, invece, amicizia non c’è e non ci sarà mai: fiero di dominare lo juventino, visto che «vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta», fiero di esistere il romanista, «perché la Roma non si discute, si ama».
Dal punto di vista calcistico, la Roma, considerata la sfavorita tra le due, è riuscita a togliersi qualche soddisfazione contro l’armata bianconera. Un esempio è il campionato 1982-83 vinto sulla Juventus (seconda) nonostante i due scontri diretti persi sui bianconeri, o il match pareggiato 2 a 2 all’Olimpico di Torino nella stagione 2000-2001 grazie ad una grande prestazione di Nakata che, grazie alla cosiddetta sentenza Manzella della Corte Federale che aprì le porte agli extracomunitari, fu in grado di scendere in campo quella sera per segnare un gol e fornire un assist per il gol di Montella.
Le sfide tra Roma e Juve non sono mai banali, mai senza importanza, non sarà così neanche stasera, soprattutto stasera.
Fonte: CorrieredelloSport.it