(M. Pinci) – C’è già chi lo chiama “Il codice Turone”. Juve-Roma il giorno dopo è un ectoplasma vivo che sia agita nell’etere viaggiando sulle frequenze delle radio locali, e figlio di torti mai digeriti. Rocchi, il nome dell’arbitro, è la parola più spesa per tutta la giornata, subito dopo «furto» e suoi derivati (rapina, scippo…): «Tripletta di Rocchi!», in effetti, è slogan che caratterizza le prime ore della giornata. E siccome oltre che «piagnoni» a Roma sanno essere decisamente sarcastici, la rabbia segue spesso le declinazioni dell’ironia: «Aho, stamattina Tevez ha rovesciato il caffé e ha chiesto il rigore», è tra i primi messaggi sorridenti della giornata. Non l’ultimo: «Ieri uno me stava a ruba’ il motorino, gli ho urlato forza Juve e m’ha salutato». Insomma, sulle radio romane si diventa novelli Pasquino, irridendo i potenti indicandone le debolezze. Mentre c’è chi chiama, strilla «Rigore per la Juve!», e mette giù.
Ma non è facile per tutti aver voglia di riderci sopra. «Mi sento preso per i fondelli — urla qualcuno — ma ora ancora di più sbattiamogli in faccia lo scudetto». Speranze miste a delusione, come quella di chi invece medita «vendetta» (sportiva, per carità) in vista del ritorno: «A Roma gli faremo vivere lo stesso inferno». C’è anche chi non riesce a risollevare lo sguardo: «Viene voglia di non tifare più quando sei certo che non ti faranno vincere mai». Esagerato, come le minacce velate all’autore del gol vittoria: «Bonucci è meglio se evita di prendere il Gra».