(A. Billot) – Si sa, tutte le strade portano a Roma. Ma una volta arrivato, per un allenatore, la cosa più difficile è restare. In una città dove il calcio è elevato al rango di religione e dove la pressione dei tifosi è immensa, raramente i tecnici sono riusciti ad essere longevi nella città della ‘dolce vita’. Nonostante ciò Garcia c’ha provato un anno fa. E finora gli è riuscito tutto; la Roma, che lui stesso ha ripreso dopo tre anni anonimi e una sconfitta in finale di Coppa Italia contro il nemico di sempre della Lazio, è in effetti ritornata come una delle grandi potenze della Serie A. Solo la Juventus, triplo campione in carica, resiste ancora al ritorno della ‘Lupa’.
“Contro la Juventus sarà un grande test, anche se siamo solo alla sesta giornata” – ammette Rudi Garcia. “Ci sono ancora tanti punti in palio, è troppo presto per dare giudizi definitivi. Io devo fare in modo che restino tutti misurati e calmi sulla stessa barca, c’è molta passione a Roma e anche troppi eccessi, nel buono e nel cattivo senso del termine. Posso capire che i nostri tifosi straordinari possono essere presi dal momento, ma la nostra squadra si deve guardare sempre le spalle“.
Il ministro Gasparri lo etichettò come ‘Garcia chi? Il rivale di Zorro?’ lo scorso anno al suo arrivo da sconosciuto a Roma. Un anno dopo il Sergente Garcia è montato a capo della squadra e ha messo tutti d’accordo. “Credo fortemente al progetto del club. Il presidente Pallotta vuole fare grande la Roma anche se ci vorrà del tempo, avremo i mezzi per fronteggiare con i migliori quando il nuovo stadio sarà effettivo, ovvero tra tre anni, nel 2017. Ho avuto l’onore di entrare nel grande stadio di Lille e spero di essere il primo allenatore della Roma nel suo nuovo impianto“.
“Ho l’impressione di essere come un bambino adottato dalla città. So che i risultati sono importanti e ci pemettono di avere un ottimo rapporto con i tifosi. Oggi mi sento integrato e ben accettato da tutti. Ho voglia di donare il meglio di me per vincere titoli, questo club lo merita, perché rappresenta la capitale e ha vinto troppo poco nella sua storia“. Garcia ha cominciato bene la scalata per diventare imperatore di Roma.
Fonte: Lefigaro.fr
Traduzione: Keivan Karimi