(F.Balzani) – Pensava di non poter più rivivere la notte dell’Old Trafford, pensava che in fondo il punto più basso della sua carriera fosse stato toccato 7 anni fa (già proprio quel maledetto sette). Il 10 aprile del 2007 quando furono Rooney e Carrick a far piangere i giallorossi. E invece Totti, il capitano che ha esaltato la Roma (sempre a Manchester) in Champions meno di un mese fa, si è arreso alla fine del primo tempo di fronte a un calcio talmente superiore da sembrare un altro sport.
Una sonata di Bach contro una canzonetta.E l’1-7 è il record negativo italiano in Europa: il precedente era l’1-5 di Inter- Arsenal del 2003. Stavolta il capitano non resta in campo fino al 90’, si ferma negli spogliatoi sullo 0-5 a fine primo tempo (dove si era misteriosamente fermato Maicon prima della partita per un dolore al ginocchio) per poi assistere dalla panchina alla resa della sua Roma. Più provato mentalmente che stanco. A fine partita sceglie la via del silenzio.
Parlano invece il ds Sabatini («Ci è arrivato addosso un macigno, ma lo schiveremo come sempre») e Pjanic: «Questa non è la vera Roma, una cosa del genere non deve accadere mai più. Ora è difficile dire qualcosa di intelligente». Più di una cosa intelligente, invece, ieri sera l’hanno fatta i 70 mila dell’Olimpico. Proprio dalla curva, infatti, è arrivata la lezione più bella. A fine partita la Sud ha applaudito, ha chiamato i giocatori sotto la Curva invocando il tricolore e prendendosi di risposta gli applausi dei 5000 tifosi tedeschi. Ne è nato un gemellaggio in Nord con tanto di scambio di bandiere e sciarpe. Il pubblico, almeno, non ha perso.