Sold out. Ovvero: tutto esaurito. Questa è la cornice del match più prestigioso dell’anno. Contro i campioni di Germania, campioni di d’Europa un anno e mezzo fa e con l’ossatura della Nazionale campione del Mondo in carica, la Roma scenderà in campo trasportata dall’entusiasmo degli oltre 70.000 dell’Olimpico. 3.300.000 gli euro incassati per l’evento, che vanno a stabilire un nuovo record per il botteghino della Roma. L’ultimo “pienone” risale all’11 marzo 2009, quando i giallorossi incontrarono l’Arsenal nella gara di ritorno degli ottavi di Champions; in quell’occasione però, l’incasso, grazie ad una politica di prezzi bassi, si aggirò intorno al milione e mezzo, meno della metà di stasera.
Roma-Bayern è anche il ritorno nella Capitale di Mehdi Benatia Rinnegato dal tifo giallorosso, ieri è stato accolto al suo arrivo all’hotel Parco dei Principi da numerosi fischi. Applausi, invece, per l’altro ex, Pep Guardiola. 6 mesi in giallorosso per l’attuale allenatore dei tedeschi, passati per lo più lontano dal campo. “Sono contento di vedere Totti giocare in campo dalla panchina, che poi è quello che accadeva quando stavo qui a Roma” – ironizza sul suo passato Guardiola – “Sono stato poco a Roma e le mie gambe già non correvano più, a differenza della testa. Ho un bel ricordo della città, della società, di come ho vissuto qui con la mia famiglia. Brescia, poi, è stata fondamentale e Mazzone è stato un allenatore importante per me”. Il tecnico del Bayern spende parole positive anche per Garcia ed il suo modo di giocare: “Non è facile per una allenatore straniero cambiare paese e imporre la propria idea. Rudi ci è riuscito. E’ stato un grande. E’ una gioia veder giocare bene la Roma. Spero di non soffrire il loro gioco domani”. Una battuta anche su Totti: “A quell’età e con quel conto corrente Francesco potrebbe stare a casa. È emozionante vederlo giocare”. Il capitano della Roma continua a raccogliere in giro per l’Europa complimenti e attestai di stima: il suo gol contro il Manchester City è stato infatti votato il più bello della seconda giornata di Champions. Complimenti per lui anche da parte di Thomas Muller, campione del mondo in carica: “Totti è una leggenda. E’ conosciuto in tutto il mondo”.
Dichiarazioni di massimo rispetto vengono dall’universo Bayern, ma i bavaresi sono inevitabilmente i favoriti. I giallorossi, partiti come outsider, stanno però prendendo sempre più fiducia, e il bel gioco espresso è straordinariamente concreto. Di questo avviso è lo stesso Garcia: “Rispettiamo sempre gli avversari ma non abbiamo paura di nessuno. Loro sono una grande squadra, ma noi abbiamo tanta fame di giocare una grande partita davanti a 70 mila tifosi. Vedremo, il ruolo di outsider per ora ci va bene”. Il tecnico francese fissa poi l’obiettivo: “Ci hanno detto al sorteggio che già eravamo fuori. Ora vogliamo solo superare il girone. Fare un risultato positivo è un passo in avanti importante”. Dello stesso parere Daniele De Rossi, che ha fatto compagnia al mister in conferenza stampa: “Se giochiamo da Roma, a viso aperto, renderemo sicuramente i tifosi orgogliosi. Il pari non sarebbe male, ma non ci metteremo certo dietro a difenderci”. Capitan Futuro è poi tornato sulla sua scelta di rimanere nella sua città natale: “Non è stata la voglia di vincere la Champions League a farmi rimanere qui, ma 30 anni di vita passati a tifare questa squadra. Ho rifiutato club con ambizioni più alte della Roma”.
Il match è proibitivo e la Roma non arriva al 100%. Recuperati Astori, De Rossi e Iturbe, ma l’argentino non è al massimo della condizione, Garcia non potrà contare su Castan e Keita, oltre il solito Strootman. Certi del posto in difesa Morgan De Sanctis, Manolas e Maicon, mentre in ballottaggio vanno Astori-Yanga Mbiwa e i tre terzini Cole-Torosidis-Holebas. Centrocampo obbligato con Nainggolan-De Rossi e Pjanic. Tridente diverso da quello schierato contro il Chievo, con Florenzi, Gervinho e Totti. Iturbe, Destro e Ljajic sono agguerriti e pronti a subentrare.
Poche volte come quest’anno, la Roma rispetta il suo avversario, ma senza averne paura. È questo il vero cambio di mentalità portato da Garcia. La suggestione che una grande d’Europa può incutere non appartiene più a questo gruppo; semmai adesso siamo noi a mettere preoccupazione agli avversari.
di Matteo Isidori