Lanci di pietre al pullman della Nazionale, cori offensivi e minacce di morte dagli spalti, ultrà lasciati liberi di agire. E ancora, marce nazionaliste suonate prima degli inni ufficiali, giocatori picchiati dalle stesse forze dell’ordine nel tunnel che porta agli spogliatoi e sottoposti a perquisizioni corporali prima di lasciare lo stadio. È solo una parte delle nuove accuse lanciate dalla federazione albanese (Fshf) alla controparte serba dopo gli incidenti che hanno portato alla sospensione del match fra le due nazionali, martedì scorso a Belgrado. La Fshf pubblica sul proprio sito ufficiale un comunicato nel quale fornisce la propria versione dei fatti. «Arrivando allo stadio, il bus dell’Albania è stato colpito con pietre lanciate dai tifosi serbi», è il primo episodio denunciato. «Prima del riscaldamento, una parte della delegazione albanese guidata dal presidente federale Armando Duka è stata colpita da un pezzo di cemento che è poi stato preso come prova dal delegato Uefa. Ogni volta che la squadra o un suo giocatore sono apparsi sul campo, i sostenitori della Serbia hanno reso l’atmosfera estremamente ostile e aggressiva. Alla fine del riscaldamento, in 30mila hanno ripetuto i cori ‘uccidete gli albanesì e ‘morte agli albanesì. Decine di tifosi serbi hanno scavalcato la recinzione sul lato sinistro e non sono stati fermati dalla polizia per l’intera durata della partita»
Fonte: Ansa