La lunga storia della costruzione del futuro stadio della Roma si arricchisce di una nuova puntata, tutta incentrata su vicende giudiziarie. La Procura di Roma ha, per il momento, iscritto nel registro degli indagati gli amministratori, almeno cinque, delle società al centro dell’ipotesi di bancarotta fraudolenta e che erano le proprietarie del terreno, nella zona di Tor di Valle, dove sorgerà il nuovo impianto del club giallorosso. Il procedimento, giunto in parte da Napoli per competenza, punta a chiarire se la cessione dell’area, avvenuta nel 2013, sia stata o meno la conseguenza di una distrazione di fondi. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il sostituto Mario Dovinola sono al lavoro anche per capire se sia congruo il prezzo di vendita di 42 milioni di euro. Uno snodo giudiziario che potrebbe portare ad ulteriori intoppi sulla road map per la messa a terra della prima pietra. Sullo sfondo c’è anche il parere del curatore fallimentare, Maurizio Battista, che sta valutando la compatibilità della vendita con la garanzia di rifondere i creditori della società venditrice (Sais).
Sulla vicenda è intervenuta oggi l’associazione Italia Nostra Roma che chiede al sindaco di Roma, Marino, di attendere il termine dell’iter giudiziario prima di dare il definitivo via libera alla maxi opera. “Avevamo sollevato – afferma una nota dell’associazione – la questione oscura della proprietà dell’area di Tor di Valle” e in occasione dell’incontro del 2 ottobre scorso delle Commissioni Riunite “avevamo depositato un documento nel quale si evidenzia quello che nessuno aveva rilevato sulla proprietà dell’area. Nel testo di proposta si considerano i 547,015 mq(50,4% del totale) come di proprietà già nella disponibilità dell’Euronova (società che ha acquistato il terreno ndr). Di fatto, oggi, questo diritto non esiste in quanto sono aperte due indagini sulla vendita del terreno all’Euronova, sia dalla Procura di Roma che da parte del Curatore fallimentare. Quest’ultima vedrà il risultato il prossimo mese di dicembre‘”.Italia Nostra si domanda: “perché, allora, tanta fretta? Il Comune ha il dovere di decidere solo dopo la chiusura delle due indagini, penale e civile, nonostante l’Euronova stia rassicurando il Comune di ottemperare al versamento delle rate che dovrebbe portare a non avere una revocatoria della vendita. Ad oggi questo rischio esiste!“.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche altre associazioni della zona di Tor di Valle per le quali il Campidoglio non deve, in questo momento, spingere sull’acceleratore ma aspettare che la magistratura faccia le sue verifiche. Il ‘Comitato per il verde urbano”, ‘Comitato Salute Ambiente Eur’ e ‘Coordinamento comitati e cittadini per la salvezza dell’Eur’ spiegano che “l’accertamento della verità dei fatti e’ per noi un’esigenza importante e crediamo altresì che, come e’ stato detto da piu’ parti, sia un’esigenza anche dell’amministrazione. Per il 14 dicembre prossimo e’ peraltro fissata l’udienza in sede civile e quindi saremmo del parere di voler essere ricevuti dal Sindaco Marino affinche’ ci spieghi i contorni amministrativi e penali della vicenda e stoppi nel frattempo la commissione prevista per la prossima settimana sul progetto“.
Fonte: ansa