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AS ROMA Totti: “Una grande le vince…”

Totti
Totti

Si poteva celebrare il suo gol numero 18 in Champions League, invece ila rete del Cska al minuto 93 ha rovinato tutto. Un cross, senza alcuna deviazione, ha infranto l’entusiasmo di Totti e della Roma. «Se sei una grande squadra devi venire qui e vincere la partita. E soprattutto quando vai in vantaggio devi essere capace di gestirlo. Purtroppo non ci siamo riusciti e abbiamo incassato il pareggio a cinque secondi dalla fine. Il campo era brutto, era difficile giocare palla a terra, ma non cerchiamo nessuna scusa. La partita era finita, nessuno si sarebbe aspettato questo episodio».

Poi Totti parla, infastidito, del gol: «Abbiamo sbagliato la gestione della palla. Con questo non intendo colpevolizzare nessuno perché non è da me. Però un pallone perso (da Strootman, ndi) ha innescato la loro ripartenza e un mezzo cross è diventato un mezzo tiro. Sembrava una serata perfetta: gol mio, 1-0, qualificazione quasi in tasca. E poi prendi un cazzotto da Tyson in quel modo…».

Quindi, il Cska è uscito dal campo festeggiando per un gol che molto probabilmente non gli servirà a niente, mentre la Roma esce delusa con un punto, che prima del match non avrebbe denigrato. Nella zona mista e negli spogliatoi, regnava la rabbia e il silenzio e lo testimoniano le parole di De Sanctis: «Non puoi prendere un gol del genere. Una situazione così non deve esistere. Non esiste. La palla l’avevamo noi, si era a 92 minuti e 50 secondi. Loro sono stati bravi a insistere fino in fondo ma per noi il rammarico è troppo forte». Poi chiarisce: «Non faccio mai questi discorsi ma stavolta se mi volete tirare dentro a questa situazione mi arrabbio. Non sono stato reattivo? Avevo tre persone davanti, non potevo fare altro che prendere gol e stare zitto. Anzi, stavo per protestare per un fuorigioco (che non c’era, ndi) ma ero troppo amareggiato. Non ho avuto la forza». Infine accusa l’atteggiamento della squadra che spesso tende ad abbassarsi troppo: «Per fortuna ci sono le registrazioni audio. Chiedevo sempre ai compagni di salire. Quando il pallone è così vicino alla porta non puoi fare altro che sperare di deviarlo. Ora però basta, pensiamo al Manchester City».

Fonte: Corriere dello Sport

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