(M. Cecchini) – In campionato zoppica e l’urlo della folla non ci sarà. Clima surreale domani a Mosca. Stavolta niente arrampicate sul grattacielo a fianco dell’arena Khimki: il Cska dovrà fare tutto con le proprie forze. Porte chiuse al tifo di casa e polizia sguinzagliata anche per evitare che qualche supporter affitti uno degli appartamenti con vista sullo stadio, che contro il Bayern Monaco aveva ospitato tifosi tedeschi e contro il City fu vietato all’ultimo momento a quelli inglesi. Non basta. Se contro la squadra diPellegrini a un centinaio di «ospiti» con biglietti Uefa è stato concesso di entrare e farsi sentire forte e chiaro, stavolta i controlli saranno più serrati e così punizione sarà. E per altri due turni casalinghi, visto che il Cska – oltre ai 2 turni comminati per le intemperanze dei propri ultrà nella trasferta dell’Olimpico – aveva da scontare anche una precedente squalifica per episodi analoghi.
CAMPIONATO IN CRISI Ma il tifo non c’entra nulla nella sconfitta rimediata sabato in trasferta ad opera del Krasnodar. Il risultato finale è stato 21, ma l’allenatore Slutski è stato molto critico con i suoi, che all’inizio «non hanno giocato». E in campionato, se lo Zenit Pietroburgo è sempre più lontano adesso – oltre allo stesso Krasnodar – sono tornate sotto anche Dinamo, Lokomotiv e Spartak per dare vita a un duello rusticano moscovita. Lo score dell’ultimo periodo comunque è impietoso, visto che nelle ultime tre partite di campionato il Cska ha racimolato un pareggio e due sconfitte. Insomma, chissà che la doppia impresa in Champions col Manchester City – pari in casa quando era in svantaggio per 0 a 2 e successo in trasferta per 12 – non abbia fatto perdere mordente.
ANSIA WERNBLOOM Dal punto di vista della formazione, l’unico vero motivo di ansia per Slutski è legato alla presenza (o meno) dello svedese Pontus Wernbloom, che è uscito malconcio dall’ultima trasferta di campionato. Il tipo è particolare, visto che l’anno scorso – dopo la vittoria dello scudetto – celebrò su Instagram il successo prima mettendosi la Coppa tra le gambe a mo’ di erezione e poi mostrò Slutski di schiena con un pene tratteggiato a pennarello sulla maglia. detto questo, il centrocampista svedese che gira spesso con un cappello a forma di orso, è importante per gli equilibri di una squadra che dipende molto dalla vena di Doumbia, l’attaccante ivoriano (ex venditore di fazzoletti e orfano del Mondiale in Brasile) che si sta dimostrando fondamentale in questa straordinaria rincorsa alla qualificazione in Champions League.
DOUMBIA VS. GERVINHO Fra lui e Gervinho, a Mosca andrà in scena un’Africa ghiacciata ma, potete scommetterci, non meno pericolosa. Nel 51 dell’andata il giallorosso segnò una doppietta, mentre il moscovita restò a secco. Stavolta conterà tutto ancora di più. A questo punto si salvi chi può.