(P. F. Archetti) – «Ribery, Ribery»: tutto lo stadio si è messo a invocare il francese sabato, quando il Bayern era sotto di un gol contro il Borussia Dortmund. «Ho grande rispetto degli spettatori, sono competenti e cerco di accontentarli» ha scherzato poi Pep Guardiola, nello spiegare perché un minuto dopo i cori ha fatto entrare Kaiser Franck al posto di Mario Götze. Vero è che dopo la sostituzione (69’), il Bayern ha cambiato marcia e ha rimontato. C’è stato il pareggio di Robert Lewandowski, poi il francese si è procurato il rigore che ha permesso a Arjen Robben di pigliare i tre punti e di segnare per la settima volta nelle ultime sette uscite contro i borussiani. Ribery però ieri è partito per la Francia, colpito da un lutto per la scomparsa di un cugino. L’allenatore gli ha dato il permesso, il giocatore è libero di decidere quando tornare e potrebbe anche saltare la gara contro la Roma. La squadra riprende oggi la preparazione dopo la giornata libera, il Bayern farà sapere le scelte.
Non buttare l’occasione «La partita di mercoledì sarà importante perché ci può permettere di chiudere in anticipo sia il discorso qualificazione, sia quello per il primo posto. Quando hai queste opportunità, nel calcio affollato di questi tempi, non devi buttarla via» ha detto Guardiola prima di lasciare lo stadio. Quella contro il Borussia è stata la vittoria più sofferta della stagione: Manuel Neuer ha incassato un gol dopo 688 minuti, mancando così il superamento del primato personale in Bundesliga (771 minuti). In questa stagione non veniva battuto dal 30 agosto, nel pareggio contro lo Schalke. Anche Robben ha guardato alla Roma: «Il duello all’ultimo respiro con il Borussia ci è servito. In Champions si trovano avversari del genere, quindi ci si prepara meglio per mercoledì e per il futuro». Dopo la trionfale trasferta di Roma, il Bayern è stato bloccato sullo 0-0 dal Borussia Moenchengladbach, ha vinto 3-1 in Coppa di Germania a Amburgo e ha faticato con il Dortmund, ultimo in Bundesliga ma a punteggio pieno in Europa. «Se non lasciamo agli altri il tempo di pensare, siamo una buona squadra» ha detto Pep. «Altrimenti siamo attaccabili». Garcia non lo scordi.