(F. Oddi) – Il pericolo, per Michele Somma, era quello di sparire dai radar: con la panchina a dodici elementi gli allenatori si portano dietro anche quelli di cui non hanno bisogno. E i classe 1995 come lui sono ancora in età per giocare in Primavera come fuori quota: solo che quest’anno gli era capitato una sola volta, alla seconda di campionato, il 13 settembre col Palermo, ovvero il giorno di Empoli Roma, l’unica giornata in cui Garcia ha potuto iniziare la gara con la difesa che aveva disegnato in estate, Manolas eCastan al centro e Maicon a destra.
IL SOGNO CONTINUA In dodici giornate Somma è rimasto dieci volte in panchina, e fino a sabato rischiava di arrivare a gennaio con zero minuti coi grandi. L’infortunio muscolare di Torosidis ha cambiato tutto, e dopo l’esordio in A con l’Atalanta, ora può sognare la Champions League. Ma difficilmente sarà lui il terzino destro titolare a Mosca. Garcia dovrebbe riconsegnare Florenzi al ruolo sperimentato tre anni fa a Crotone (per una manciata di partite però, prima di convincere Drago a schierarlo dietro la punta centrale). Per la verità anche Somma come terzino destro è un adattato, come del resto lo sarebbe Calabresi, più giovane di un anno, anche lui spesso in panchina con Garcia. Giocava centrale Michele Somma, e giocava nella Juventus, che lo tenne fino agli Allievi, poi lo cedette alla Roma. Era compagno di squadra di Mattiello, subentrato sabato all’Olimpico, in difesa, dopo il doppio giallo a Padoin: Somma poteva essere al suo posto, ma a Trigoria ha riconquistato anche la Nazionale, Under 18, 19 e 20. E da sabato, se la Roma dovesse vincere lo scudetto, potrebbe metterselo nel curriculum, campione d’Italia senza quell’aggiunta che dava tanto fastidio a Marco Amelia, «senza mai scendere in campo».