(A. Pugliese) – «Alterazione congenita vascolare nel peduncolo cerebellare medio posteriore sinistro, conosciuto con il nome di cavernoma». La diagnosi ufficiale arriva a metà pomeriggio e fa definitivamente chiarezza, dopo oltre due mesi, sulla situazione clinica di Leandro Castan: cavernoma, in buona sostanza una malformazione vascolare benigna a livello cerebrale o del midollo osseo, con l’aspetto di una mora e costituita da dilatazioni anomale dei vasi venosi. Ora il difensore brasiliano della Roma dovrà sottoporsi ad un intervento neurochirurgico per rimuovere quella «mora» di tessuto spugnoso, l’edema formatosi all’interno del cavernoma stesso e ripristinare la normale conformazione del peduncolo cerebellare, che collega il cervelletto con il tronco encefalico. Il tutto avverrà nei primi giorni di dicembre (lo dovrebbe operare al Policlinico Gemelli di Roma il luminare Giulio Maira, neurochirurgo e professore alla Cattolica del Sacro Cuore), anche se l’operazione potrebbe essere anticipata ai prossimi giorni, prima della fine di novembre.
LA SCELTA DI LEO Niente otite, dunque, come aveva inizialmente comunicato la Roma. Ma neanche labirintite, infiammazioni o tumori. Almeno non maligni, perché il cavernoma è un angioma (con una percentuale sulla popolazione mondiale dello 0,5%) ed in quanto tale benigno. E curabile. Tanto è vero che la scelta dell’intervento è stata dello stesso Castan (d’intesa con lo staff medico), che dopo numerosi consulti clinici si è convinto che questa fosse la strada più breve per tornare a giocare. Quando? I tempi complessivi, in caso di operazione, parlano di 5-6 mesi. Considerando che Leandro è già fermo da più di 60 giorni(i primi giramenti di testa si manifestarono ad Empoli, il 13 settembre), dovrebbe succedere intorno a marzo.
ALTRI SCENARI L’alternativa all’operazione sarebbe stato continuare una cura a base di farmaci (soprattutto cortisone) ancora più aggressiva di quella già effettuata finora, ma in tal caso lo stop sarebbe stato più lungo (anche oltre un anno). «Questa sfida la vinco io perché Dio è sempre al mio fianco», ha scritto Leo su Instagram, postando una foto con il nuovo «taglio alla marine ». Dell’ipotesi di non poter tornare a giocare, del resto, il brasiliano non ne vuole (giustamente) neanche sapere, nonostante sia conscio che un intervento alla testa sia sempre di grande delicatezza. Anche perché, prima di Castan, altri giocatori sono incorsi nello stesso suo problema: l’ex Sampdoria Corrado Zanchi, Alessandro Corallo (ex Ancona, Lecce, Gubbio e Perugia) e Federico Melchiorri, attuale attaccante del Pescara. E tutti sono tornati in campo, chi più e chi meno bene.
ZANCHI E IL FUTURO Anche se lo stesso Zanchi, dopo l’operazione, disse: «I medici mi hanno detto che in un’operazione del genere c’è anche il rischio di non camminare più. Ora ho dei dadi di titanio in testa, sono quasi bionico. I chirurghi mi hanno aperto come si apre un’anguria per vedere se è matura: da fuori però si vede solo un cerotto». A Trigoria, ovviamente, sono tutti molto fiduciosi, anche se poi la preoccupazione è chiaramente rivolta prima di tutto al Castan uomo ed al suo completo recupero neurologico. Il marine è pronto all’ennesima battaglia da vincere. Stavolta, però, è quella più importante di tutte