(D. Stoppini) Gli stanno vicino. Con le parole e i dvd. Persino fisicamente, se è vero che Juan Iturbe vive a Casalpalocco, a pochi metri di distanza da Rudi Garcia. Se è vero pure che le mosse dell’argentino sono monitorate costantemente da Walter Sabatini, che non lo ammetterà mai, ma quando sale sul tetto di Trigoria per controllare il mondo Roma, uno sguardo in più lo spende per il terzo calciatore più pagato della storia giallorossa dopo Batistuta e Cassano, ma soprattutto il più costoso dell’era americana. Quattro mesi dopo l’effetto boom del suo acquisto è evaporato, al punto che Iturbe stesso, la scorsa settimana, a metà tra l’ironico e il dispiaciuto a Trigoria aveva confessato: «Per adesso sono una pippa». Non sono però evaporate le attese.
LE DUE CONDIZIONI Perché Garcia non smette di credere. Almeno fino a prova contraria, almeno fino a quando il rientro a pieno regime di Strootman non consentirà la possibilità di un cambio di modulo. Ma Iturbe serve e servirà, anche pensando alla possibile assenza di Gervinho a gennaio per la Coppa d’Africa. E risulterà decisivo, giurano a Trigoria, quando due condizioni si verificheranno. Condizione uno: Iturbe non gioca più nel Verona, ma in una squadra che il più delle volte è costretta ad attaccare difese schierate. Traduzione: negli spazi stretti non basta alzare la terra e sprintare a tutto gas, ma c’è bisogno di usare la testa. E Iturbe questo nuovo modo di giocare deve ancora apprenderlo. Condizione due: Juventus-Roma ha lasciato qualche scoria a Trigoria, ma soprattutto ha rischiato seriamente di far saltare il ginocchio dell’argentino, toccato duro dalle parti del crociato. Quei dolori lì non sono ancora scomparsi, ogni tanto riaffiorano, di sicuro condizionano la testa ancor prima che i movimenti.
LA CURA…VIDEO E allora c’è del lavoro da fare. Non solo fisico. Benedetta sosta, benedetti esami di riparazione per Iturbe. Come quelli davanti ai dvd che Garcia gli ha piazzato davanti: sedute alla tv, con il supporto del videoanalista Simone Beccaccioli, per capire cosa è andato e cosa no, dove migliorare, le situazioni da correggere. È un metodo che l’allenatore francese utilizza spesso: una maniera per preparare le partite che verranno, ma anche e soprattutto per accompagnare la fase di crescita di un calciatore. Ecco, su Iturbe c’è ancora strada da fare. Iturbe corre, a volte pure troppo, questo il senso della videoanalisi. A volte a vuoto, spendendo qua e là per il campo energie che invece dovrebbe gestire meglio, risparmiare. E in alcune occasioni andandosi pure a cercare un po’ troppo i calci degli avversari. Era così anche per il Totti prima maniera. E probabilmente sarà anche questo uno dei punti di discussione tra il capitano e l’argentino, se è vero che i due spesso si sono confrontati. Fa parte del piano di crescita: il dvd, i consigli di Sabatini, le chiacchierate con Totti. Iturbe adesso vuole esplodere, ha 28 milioni di buoni motivi — tanto ha investito su di lui la società — per farlo. Su di lui la Roma ha scommesso buona parte del tesoretto Champions. Una scommessa scudetto: è pure questo il peso da cui deve liberarsi Iturbe.