(D. Stoppini) – Strani pensieri, al minuto 26 del secondo tempo. Esce Francesco Totti, passo lentissimo, la testa che pensa e ripensa, lo stadio che non può non notare: il capitano non voleva abbandonare la festa. Sentiva odore di gol, di rete numero 238. La serata in fondo sembrava apparecchiata al meglio, il Torino pareva ormai sciolto, Totti s’era tolto pure il pensiero di un cartellino giallo «cercato» da diffidato, per preparare al meglio la trasferta di Mosca e la sfida all’Inter dell’Olimpico dopo la sosta. Poi all’improvviso l’imbarazzo, nel volto di Totti. Imbarazzo che quello psicologo a cui piace (anche) fare l’allenatore, di nome Rudi Garcia, non poteva non cogliere. Così il tecnico si è avvicinato a Totti e ha provato a sdrammatizzare, senza riuscirci però. Perché il numero 10 ha sì abbozzato un sorriso forzato, ma ha pure respinto il gesto affettuoso del tecnico per rientrare direttamente negli spogliatoi, senza passare dalla panchina. Lui che prima della partita aveva detto: «Vogliamo ripartire con una grande partita, la Juve resta la favorita per il titolo ma noi torneremo ad essere brillanti ». L’antipasto di quello che sarebbe successo, in effetti. Con Garcia poi a commentare: «Francesco è il nostro miglior giocatore e io non voglio che si infortuni – ha spiegato l’allenatore –L’anno scorso avemmo molti problemi, dopo il suo stop. Negli spogliatoi ci ho parlato, era sereno, abbiamo chiarito, ho spiegato anche a lui la mia posizione. Così l’avremo fresco dopo la sosta. Peccato per il giallo, è un po’ strano che il capitano sia squalificato. Certo, lui vuole sempre giocare e segnare, normale che sia così, in fondo vale per tutti, no?».
Destro e Ljajic Vale pure per Destro, che prima della partita ha ricevuto la notizia della mancata convocazione in Nazionale. Non un periodo felicissimo per lui, forse è anche per questo che la faccia dell’attaccante ascolano, all’ingresso in campo, non era entusiasta. Entusiasta, ma pure polemico, come Adem Ljajic, che ha zittito il pubblico e fatto il segno con la mano come a voler respingere le chiacchiere intorno a lui. «Davvero è successo questo? No, non ho visto niente, non posso parlarne – dice Garcia -. Dico solo che Adem contro il Torino è stato il giocatore che ha corso di più in campo». E ci voleva, per ripartire: «Sono sempre stato sereno, non credo si possa considerare questa vittoria una ripartenza – ancora l’allenatore -. La Roma non si è mai fermata. Non è una partita con il Bayern che cambia la storia di quanto di buono costruito in 16 mesi».