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GAZZETTA.IT Napoli-Roma 2-0. Rovesciata-gol di Higuain, raddoppio di Callejon

Higuain
Higuain

(V. Clari) – Volevano restare sole. Appartarsi in una stanzina bella in alto, e risolvere lì i loro problemi, faccia a faccia. Invece Juve e Roma sono continuamente disturbate. Prima il Genoa, ora il Napoli, non c’è pace per la coppietta di testa. Ma se i rossoblù avevano bussato quasi per sbaglio, cercando il bagno, la squadra di Benitez rischia di buttare giù la porta, per dimostrare che può starci anche lei, lassù. Il Napoli vince 2-0, con un risultato decisamente stretto per la mole di occasioni create. E conferma quello che si intuiva, fra mille problemi: se la difesa tiene (Koulibaly in stato di grazia), se Insigne è in versione zemaniana, se Hamsik è Hamsik, se i due bomber segnano (in gol Higuain e il solito Callejon), non è così distante dalle due presunte ammazza-campionato.

NEL NOME DI CIRO — Fin qui abbiamo parlato di campo, e questa è la miglior notizia. La foto è la girata di Higuain, non qualche camionetta sfocata e scene di guerriglia. A Napoli va tutto liscio, anche se si è dovuto evitare la trasferta ai tifosi giallorossi per arrivare a questo risultato minimo. Nessun trionfalismo, quindi, ma almeno l’impressione è che si possa andare avanti, lasciando che siano i giudici a fare giustizia per la follia della finale di coppa Italia. Condivisibile, in questo senso, l’unico striscione della Curva A: la data incriminata e poi “Ai posteri l’ardua sentenza”.

CHE PARTENZA — Tornando al campo, Rafa Benitez ha sbagliato sport. Lui avrebbe bisogno di giocare i playoff: quando si tratta di sfide dirette, ne sbaglia poche, pochissime. Tendenza che affonda le radici ai tempi del Liverpool e trova conferma oggi. La partenza del Napoli è una scarica da 220 volt, la Roma è folgorata. Rafa si è studiato la mattanza giallorossa da parte del Bayern: come fosse la gioiosa armata di Pep, il Napoli formato 4-2-3-1 si piazza nella metà campo avversaria, e da lì non si muove. Pressing alto, aggressione della palla, e poi verticalizzazioni quando la riconquista. Al 3’ già piovono i primi frutti: Insigne si accentra e tira da fuori, la palla è deviata, si alza, scavalca i due centrali e arriva in zona Higuain. Non sarebbe nemmeno facile colpirla, ma lui si inventa una sforbiciata che fa esplodere il San Paolo. La Roma incassa e vede fantasmi e streghe (Halloween è passato, ma a quanto pare non si rassegnano): la marea in maglia jeans (sic) non si ferma. Insigne è scatenato, manca il gol del 2-0 per centimetri (largo sul palo) e centimetri di mani di De Sanctis, Callejon centra in pieno la traversa, Higuain arriva in scivolata appena un po’ tardi, Hamsik chiude il tempo come era iniziato: altra occasione, altra traversa.

TOTTI ASSENTE — E la Roma? Ringrazia che al 45’ i gol non siano 5, ma solo 1, abbozza una reazione a metà tempo. Ma Rafael deve bloccare solo una “mozzarella di Totti” e la difesa è testata solo da Gervinho: ne salta sempre due, arriva sempre un terzo. Il 4-3-3 di Garcia è timido e arretrato, Florenzi compare solo a inizio ripresa, quando spreca la prima vera occasione giallorossa (cross di Pjanic), il trio di centrocampisti non domina come d’abitudine. Anzi, va in apnea. Dopo il discorsetto di Garcia nell’intervallo la Roma si ritroverebbe anche, ma manca la giocata decisiva. Non chiedetela a Totti, Francesco non è proprio in giornata. Trattandosi del Capitano, non si possono avere rimpianti per chi è rimasto in panchina, ma al 19’ ecco Destro.

CHIUDE JOSÈ — Non sarà Mattia a dare la scossa, anzi: occasioni nessuna. Il Napoli continua a creare, David Lopez e Jorginho chiudono buchi, e il secondo gol che non arriva pare far presagire un’altra beffa. Un coast to coast di Koulibaly viene chiuso da uno scavetto di Callejon, salvato sulla riga, poi è il solito José a non perdonare su assist di Higuain. La ricerca della continuità è un processo lungo, ma la “partita speciale” è stata onorata.

Fonte: gazzetta.it

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