(U. Trani) «Vedo troppe parole e pochi fatti. Sono venuto con grande voglia di lavorare. È l’unica cosa che so fare. Devo però essere messo nelle condizioni di farlo: se mi sopportate così bene, altrimenti diventa un problema, un problema serio». Nel lungo sfogo in due atti di Antonio Conte entra anche la Figc. Inequivocabile, se si estrapolano i concetti riportati qui sopra, il riferimento alla Federcalcio, chiamata in causa dal ct per andare subito alla cassa. E a quanto pare è riuscito a colpire dove voleva. Il presidente federale Tavecchio è intervenuto, rinnovandogli ampi poteri (e ampie deleghe). E presto gli concederà almeno due stage, a gennaio e a febbraio, per evitare che la nazionale resti in letargo per più di 4 mesi.
SOLO AL COMANDO Conte è rimasto lo stesso di Torino. L’unica differenza, rispetto alle tre stagioni da allenatore della Juve, è che qui prende la parola dopo 5 vittorie e 1 pareggio. Meno di due anni fa, quando il Bayern eliminò i bianconeri dalla Champions agli ottavi, fu esplicito: «In Champions non siamo competitivi: ci vorranno anni per colmare il gap con le grandi». A Genova, martedì sera, ha ripetuto quasi gli stessi concetti. Se al club di Agnelli chiese esplicitamente rinforzi, alla Federcalcio ha indirettamente ricordato che alcune promesse vanno mantenute. E, quindi, di aiutarlo nella ricostruzione, appoggiandolo nel dialogo con le società e soprattutto concedendogli qui giorni in più per lavorare con i calciatori a Coverciano. Il ct si è liberato, prima e dopo l’amichevole contro l’Albania, dal peso che si portava dietro già da qualche settimana. Quelle cose le ha proprio volute dire, confermando di sentirsi abbandonato dal movimento: «Tutti dicono che il momento è difficile e che bisogna cambiare. Poi ti giri e vedi che sei solo».
SENZA TUTOR Più che la scontata freddezza dei club, gli pesa la mezza latitanza dei dirigenti federali. Conte, anche quando si lamentava, ha sempre trovato Agnelli, Marotta, Paratici e Nedved a fargli da scudo, a turno, in pubblico. Ora vuole che la Nazionale conti di più. Al suo fianco ha Oriali che non è nemmeno stato indicato da lui che si muove in prima persona. E non sempre basta. Il team manager non è la figura ingombrante di cui avrebbe bisogno, anche se intervenne duramente a settembre quando la Juve se la prese con il ct che avrebbe voluto portare in Norvegia pure l’infortunato Chiellini per far gruppo.
ECCO LE DATE «Siamo felici di come sta lavorando Conte, sta facendo grandi cose e noi lo supportiamo in tutto. Lavoreremo per fare ancora più grande questa nazionale, parleremo con tutte le componenti per creare più occasioni di incontro tra il ct e la squadra». Tavecchio cercherà, dunque, di accontentare Conte. Magari già oggi, in Consiglio Federale, proporrà almeno due stage all’inizio del 2015. La richiesta del ct non è all’ordine del giorno, ma a margine se ne discuterà. Un giorno e mezzo-due sia a gennaio, lunedì 19 e martedì 20, la settimana dopo gli ottavi di Coppa Italia e tra l’ultimo turno d’andata e il primo di ritorno, che a febbraio, lunedì 9 e martedì 10, subito dopo i quarti della Tim cup tra la terza e la quarta giornata del girone di ritorno.
TENTAZIONE FRANCESE Tutto questo per non tornare in ritiro solo tra 4 quattro mesi, quando gli azzurri si ritroveranno a Coverciano per preparare la trasferta in Bulgaria del 28 marzo, per la quinta gara delle qualificazioni verso Euro 2016. Conte non resterà sulla panchina azzurra per più di 2 anni: dopo l’Europeo, andrà a fare un’esperienza all’estero. In Francia, però, lo stanno comunque valutando. E qualche sondaggio, a quanto pare, il Psg lo ha già fatto. Nel caso in cui il club parigino rinunciasse a Blanc a fine stagione, il ct azzurro di sicuro riceverebbe la chiamata. E chissà come si comporterebbe con Tavecchio e Lotito che hanno fatto di tutto l’estate scorsa, coinvolgendo lo sponsor tecnico, per averlo alla guida dell’Italia dopo il flop in Brasile. Non è detto che non fugga pure lui, come ha fatto Balotelli da Coverciano sabato scorso.