(U. Trani) Come il 6 marzo 1985 e il 15 settembre 2010, la Roma perde 2-0 contro il Bayern: tre sconfitte con lo stesso punteggio, le ultime due in Champions. Garcia per non fare un’altra figuraccia, dopo il 7 a 1 dell’Olimpico, decide di difendersi e basta. Così i giallorossi non fanno gol per la seconda gara di fila (la terza in quattro gare). La scelta di rinunciare a giocare sorprende. Si vede che pensa solo al campionato. Guardiola è già agli ottavi da primo, il francese, raggiunto dal Cska al secondo posto, si gioca tutto a Mosca il 25 novembre.
Assetto inedito – Garcia cambia 5 uomini rispetto alla partita del 21 ottobre, ma la novità è il sistema di gioco. Il 7 a 1 ha lasciato il segno e si vede dalla modifica tattica: 4-4-2. Stop per una notte al tridente e spazio alle due linee vicine e ovviamente dentro la propria metà campo. Escono De Sanctis, Cole, Totti, Pjanic e Gervinho. Davanti Destro debutta in Champions e trova Iturbe al suo fianco. Meglio il secondo del primo. Il centrocampo prevede Florenzi a destra e Nainggolan, non proprio a suo agio, a sinistra, con De Rossi e Keita in mezzo. La difesa, a parte Skorupski che è portiere da viaggio (due su due in Europa, dopo l’esordio a Manchester contro il City), è la stessa di Napoli, anche se Yanga-Mbiwa e Manolas si scambiano le posizioni, con il secondo che si sposta sul centrosinistra. L’idea, bisogna ammetterlo, non è più la stessa. Difesa e contropiede, più all’italiana che mai. Tant’è vero che Florenzi, il più bravo prima di farsi male, lavorando due buoni palloni è riuscito a costruire chance interessanti, ancora sullo 0 a 0, per Destro e Nainggolan. Lanci in profondità e non attraverso il giro palla. A quello ha pensato, come sempre, il Bayern. La Roma, invece, si preoccupa di aspettare con le due linee da quattro e di non subire il pressing dei campioni di Germania. Skorupski ha il divieto di scambiare con i terzini, ma deve sparare il pallone sempre oltre il centrocampo. Si ricomincia sempre da lì e non davanti all’ area giallorossa. Guardiola, abbandonata la difesa a tre per conquistare la qualificazione, rinuncia a Robben, tornato a casa nel pomeriggio per un virus gastrointestinale, e a Mueller, in panchina per lasciare il posto a Ribery che fa centro sul finire della prima parte. Scambio con Alaba che restituisce al francese. Torosidis è fuori posizione e De Rossi non riesce a chiudere.
Senza storia – La partita è a una velocità, quella del Bayern. Anche se Garcia non concede la possibilità del pressing, Guardiola si accontenta di prendersi il caro tiqui taca. Basta e avanza per andarsi a prendere, con due giornate d’anticipo, il primo posto del gruppo E e insieme il pass per gli ottavi. La Roma, attenta e anche timida, prova a non perdere. Qui Ranieri, il 15 settembre 2010, si comportò in modo simile: segnarono Mueller e Klose nella ripresa, con i giallorossi capaci di resistere sullo 0 a 0 fino a un quarto d’ora dalla fine. Stavolta è andata peggio, anche se il punteggio è stato identico. Il rad- doppio di Goetze, con la difesa della Roma che si è fatta trovare sbilanciata sul lancio di Alaba per Lewandowski che da sinistra ha effettuato il cross per il compagno, presentatosi solo davanti a Skorupski.
Solo 2 tiri – Gli interventi in corsa di Garcia non modificano il film di questo mercoledì. Cole per Holebas che a sinistra non ha il passo di Goetze, Pjanic per Florenzi che non sta bene e Gervinho per Iturbe. L’ultimo cambio sta per regalare mezza soddisfazione: proprio l’ivoriano, entrando a sinistra, conclude per la prima volta in porta. E’ il minuto 37. Della ripresa. Neuer devia di piede. La palla finisce fuori area e Nainggolan fa esplodere il destro. Ancora Neuer: mostruoso nella circostanza. Volo plastico e angolo. Non piace, invece, l’idea di confinare Pjanic a destra. Sarebbe stato meglio far uscire Keita che esce dall’ Arena toccandosi la coscia. Ennesimo problema muscolare. Guardiola, intanto, si diverte. Nel suo 4-3-3 utilizza quattro centrali di- versi. Inizia con Xabi Alonso regista, poi sistema in quella posizione Alaba, Lahm e anche l’ultimo entrato Hojbjerg. La gente di qui a divertirsi. E i quattromila tifosi della Roma a cantare. Perché la corsa verso gli ottavi resta: l’avversario diventa il Cska Mosca.