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IL TEMPO De Rossi: ammissione d’inferiorità

De Rossi Pjanic
De Rossi Pjanic

(E. Menghi) L’antidoto per i marziani tedeschi non è stato ancora trovato, ma la tattica difensivista è servita ad evitare un’altra imbarcata. Che sia piaciuta o meno agli amanti del bel calcio è un altro paio di maniche. La squadra ha seguito le indicazioni di Garcia alla lettera, magari gli attaccanti a furia di inseguire gli avversari si sono dimenticati di essere per ruolo gli addetti al tiro in porta, ma la lezione del 7-1 impartita dal Bayern a Roma è servita per mettere a punto qualche contromisura.

Per De Rossi è stata un’ammissione di inferiorità snaturarsi per contrastare i campioni di Germania: «Non era facile prenderne altri 7, ce l’abbiamo messa tutta e abbiamo ammesso che loro sono più bravi. Abbiamo cercato delle contromisure, non ce l’abbiamo fatta del tutto, ma almeno non abbiamo fatto brutta figura. Questa squadra per un anno e mezzo ha abituato tutti ad altre prestazioni, ma questa era una sfida impossibile per noi. Si riparte da domenica, che è più importante». Rimette il campionato al centro degli obiettivi e non cerca alibi: «Mancano giocatori fondamentali, ma è riduttivo parlarne, perché la squadra è forte anche così e può fare un grandissimo campionato». Per la Champions serve molto di più, ma nonostante lo strapotere tedesco la Roma può ancora ambire agli ottavi.

Nainggolan lo ricorda con ottimismo: «Avendo fatto due partite contro la squadra più forte del momento, il secondo posto è un ottimo risultato che nessuno avrebbe immaginato prima. Sapevamo che probabilmente non avremmo vinto, ma non abbiamo preso batoste come l’altra volta». Merito di quell’atteggiamento tattico che non ha conquistato De Rossi, ma Radja sì: «Siamo consapevoli che sono un paio di passi avanti a noi, abbiamo cercato di adattarci al loro gioco e credo che non abbiano avuto molte occasioni, oltre ai gol. Abbiamo dimostrato che possiamo giocare anche partite così. Abbiamo avuto 2-3 occasioni, sfruttate male, ma non è finita qui». Se non ci fosse il portiere più forte al mondo a proteggere i pali del Bayern, Nainggolan avrebbe potuto trasformare una di quelle occasioni: «Neuer è un grande, con un po’ di fortuna avremmo potuto fare 1 o 2 gol. Il rigore? Non c’era, avevo calcolato male il tempo della palla». Conta di più che le ferite del 7-1 siano state rimarginate: «L’importante era dare un segnale a noi stessi, a Roma era stato un incidente, a Monaco abbiamo dimostrato che sappiamo combattere». Un sistema di gioco che forse avrebbe voluto vedere pure a Napoli: «Ma perdere al San Paolo non vuol dire buttare via tutto: siamo a 3 punti dalla Juve. L’anno scorso abbiamo dimostrato di essere forti, dobbiamo confermarci».

A partire da domenica, quando all’Olimpico arriverà il Torino. Non ci sarà Florenzi, che al 27’ ha poggiato male la caviglia destra e si è procurato una distorsione. Lo spray ghiacciato gli ha dato la forza di continuare, ma al 57’ Torosidis gli ha dato il colpo di grazia, calpestando l’articolazione dolorante. Il trauma contusivo-distorsivo andrà esaminato nelle prossime 24-48 ore. Holebas è uscito per il riacutizzarsi del dolore al costato accusato a Napoli. E allora ben venga la sosta. Maicon la sfrutterà per far sfiammare il ginocchio, con il Torino torneranno i più riposati Pjanic, Totti e Gervinho. Con bel gioco annesso.

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