(A. Austini) – La doppia gufata è fallita. Gervinho con la Costa d’Avorio e Keita con il Mali si qualificano alla Coppa d’Africa e creano un altro bel problema a Garcia in prospettiva. La manifestazione, nonostante il rischio di contagio dell’Ebola, è stata confermata e spostata in Guinea Equatoriale: via il 17 gennaio, finale l’8 febbraio, nel bel mezzo della stagione di tutti i club europei.
Le lettere di convocazione delle due nazionali sono attese a breve a Trigoria edifficilmente Gervinho e Keita torneranno in Italia dopo lo stop natalizio. Calendario alla mano, salteranno le sfide di campionato con Udinese, Lazio, Palermo e Fiorentina oltre agli ottavi di Coppa Italia. Se uno dei due dovesse arrivare in fondo al torneo africano, sarà indisponibile anche per le sfide a Empoli e Cagliari e per gli eventuali quarti di Coppa. Lo stesso guaio ce l’avrà Allegri col ghanese Asamoah, mentre la Nigeria del laziale Onazi ha fallito la qualificazione. Il danno per la Roma è immediato, perché Gervinho e Keita rientreranno solo oggi nella Capitale e sono destinati alla panchina a Bergamo.
Sia l’attaccante che il centrocampista ieri sono rimasti in campo 90 minuti. L’ivoriano se l’è pure vista brutta: al fischio finale della gara con il Camerun – uno 0-0 scritto e «cercato» che ha accontentato entrambe le squadre – c’è stata una mega-invasione allo stadio di Abidjan e alcuni tifosi hanno travolto e letteralmente spogliato il romanista. È servito l’intervento della polizia per riportare la calma. Gervinho, d’altronde, è una star: è rimasto in lizza per il Pallone d’Oro africano insieme a Yaya Touré, Brahimi, Enyeama e Aubameyang
Giornata di gloria anche in Mali, dove Keita ha avviato la festa segnando su rigore il primo dei due gol all’Algeria: è la rete numero 24 che lo fa diventare il miglior marcatore nella storia della nazionale. «Siamo orgogliosi di aver battuto la migliore squadra in Africa», ha detto Keita.
Garcia è un po’ meno felice e solo domani riavrà il gruppo al completo:Manolas e Torosidis sono tornati ieri pomeriggio e hanno svolto solo lavoro di scarico. Con l’Atalanta spazio al tridente Ljajic-Destro-Iturbe. Il serbo è carico:«Possiamo vincere lo scudetto. Io qui sto benissimo e sono pronto a rimanere anche altri 10 anni. L’esultanza dopo il gol al Torino – conferma Ljajic – era dedicata ai giornalisti: ci sono tanti chiacchieroni che mi mettono in mezzo». Niente di nuovo.