(T. Carmellini) – La Roma va, risponde al successo della Juve battendo il Torino all’Olimpico e resta in scia a -3 dalla capolista. Dieci gol in due partite per le prime della classe che confermano il loro strapotere in campionato: esattamente come nella scorsa stagione. Sul campo tutto secondo copione con i giallorossi che non impiegano molto ad archiviare la pratica Ventura e rimettono i piedi sul pianeta terra dopo la difficile trasferta a casa dei marziani del Bayern Monaco. La Roma in campionato si conferma imbattibile in casa: sei partite all’Olimpico e sei vittorie, quattordici gol realizzati e zero subiti. Col Torino apre il bel gol di Torosidis, poi il bis targato Keita che realizza la prima rete con la maglia della Roma e porta a dodici il numero dei marcatori giallorossi in questo avvio di stagione, quindi la perla di Ljajic. Al serbo non piace fare le cose facili: segna un gran gol e poi si sfoga e zittisce platealmente tutti quelli che fin qui lo avevano criticato.
Nel nome di Totti – Sul campo dominio indiscusso della Roma, padrona assoluta del match. Ci mette un po’ a entrare in partita ma quando arriva fa male. In regia sempre il solito Totti anche stavolta indispensabile per i suoi ai quali distribuisce palloni spettacolari. Banti lo bolla subito con un giallo che gli costerà la trasferta di Bergamo ma probabilmente lo metterà tra i titolari per la sfida di Champions a Mosca in programma il 24 novembre. Il capitano trasmette tranquillità ai compagni e c’è sempre. A 38 anni ha voglia da vendere e non è un caso che, quando Garcia lo cambia con Destro nel finale, non la prende benissimo: anche se poi scoppia a ridere e s’infila nello spogliatoio anzitempo.
Tra passato e futuro – Ma in questa serata praticamente perfetta non potevano mancare due feste molto particolari. La prima riguarda gli eroi del passato con molti dei protagonisti del successo in Coppa Italia del 1964 proprio contro il Torino. Una sfilza di molto arzilli che hanno festeggiato i cinquant’anni dell’evento. Ma la festa, quella vera, arriva all’84’ per il rientro di Strootman al quale Garcia concede una standing ovation 245 giorni dopo l’infortunio al ginocchio. Qualche minuto solo per dimostrare di non aver mollato ed esser pronto al rientro dopo la sosta della nazionale. La strada è ancora lunga e la Roma avrà bisogno anche di lui.