(T. Carmellini) Più fredda dei sei gradi sotto lo zero di Mosca, più fredda dei meno dieci percepiti. Più fredda di tutto il resto è arrivata la doccia gelata, a quattro secondi dal termine del recupero della quinta partita del girone di Champions, che ha incastrato la Roma in un meccanismo di qualificazione a dir poco cervellotico. Poi il clamoroso successo del City sul Bayern rimescola tutto: un’altra beffa, anche questa all’ultimo minuto. Un destino per la Roma. Ora servirà un pallottoliere doppio per calcolare le reali possibilità di accedere agli ottavi di finale di Champions per la squadra di Garcia, per una volta tra i maggiori artefici di questo pareggio che sa tanto di sconfitta.
Strootman non è ancora in grado di giocare a questi livelli, soprattutto su un campo così. E non è un caso se il gol che porta al maledetto pareggio del Cska a tempo scaduto arriva proprio su un errore del centrocampista olandese ancora non al cento per cento dopo i calvario dell’intervento al ginocchio. Il suo passaggio sbagliato, se si potesse fare una valutazione economica, rischia di costare alla Roma diversi milioni di euro. Ma sarebbe troppo ridurre al solo errore del tecnico un risultato che i giallorossi avrebbero dovuto mettere in cassaforte molti minuti prima. È mancata la costanza di giocare la partita con la stessa attenzione di un primo tempo nel quale gli uomini di Garcia dovevano chiudere il discorso senza lasciare porte aperte ai russi, confermando una crescita anche dal punto di vista psicologico. Così non è stato e in Europa quando sbagli paghi: sempre. Non era facile soprattutto per le condizioni climatiche a dir poco avverse, per una squadra con tante assenze pesanti e con giocatori costretti a impieghi fuori ruolo. Eppure la Roma aveva fatto la cosa giusta, era riuscita a mettere la gara dalla sua parte e ipotecare una qualificazione che alla vigilia sembrava tutt’altro che scontata. Poi la doccia gelata che ha riportato i giallorossi sulla terra a dimostrazione di come, soprattutto in Europa, non basta fare il minimo sindacale. Quel pallonetto innocuo sul quale è partita la bambola collettiva, con De Sanctis che resta a guardare, attonito, assieme ai suoi compagni increduli. C’è da dire che la serata di ieri spazza via le leggende sulla Roma «squadra fortunata».
La beffa si è completata in serata quando il Bayern Monaco (un carterpillar che in Italia le vincerebbe tutte anche giocando sempre in dieci) si è fatto rimontare dal City nei minuti finali. Ora per accedere agli ottavi di finale della massima competizione europea, la Roma non dovrà sbagliare l’ultimo match in calendario: quello contro il Manchester City all’Olimpico mercoledì 10 dicembre. In realtà potrebbe bastarle un pareggio 0-0… Ma qui torniamo al pallottoliere. Dice bene Garcia quando afferma che i giallorossi restano«padroni del proprio destino». Stavolta, però, è davvero vietato sbagliare.