A quindici secondi dalla fine. A tanto così. Ad un cross da una vittoria importante quanto poco meritata. Per certi versi, un pareggio più beffardo delle sconfitte, diverse tra loro, di Torino e Napoli. Una partita giocata molto sulla difensiva, con difesa e centrocampo schiacciati e l’attacco distante. Sarebbe stato un successo di sacrificio e sudore nell’atmosfera ghiacciata di Mosca. L’1-1 di Berezutski con uno scialbo traversone è figlio di 90 minuti in cui la Roma ha avuto lucidità solo per brevi tratti. Nonostante il vantaggio siglato a tre minuti dall’intervallo da Francesco Totti, quell’immensa luce che ha penetrato anche le tenebre moscoviti nei pochi istanti in cui è riuscito ad avere il pallone tra i piedi.
COMBATTIVI – Slutski schiera solo frecce davanti: Eremenko e Natcho devono dare qualità per Musa, Doumbia e Dzagoev. Garcia è costretto a schierare Florenzi terzino destro: sarà uno dei migliori in campo in entrambe le fasi. Senza la regia di Pjanic, sono Keita e De Rossi a dover gestire la manovra con le verticalizzazioni di Totti per lanciare le incursioni di Nainggolan, Gervinho e Ljajic. Una Roma combattiva ma con difficoltà a portare il pallone nella metà campo di un Cska Mosca con la linea difensiva sempre molto alta. Pesanti le assenze di Maicon e Pjanic (il secondo per scelta), unici in grado di salire palla al piede saltando la prima linea di pressing.
UNA COMETA NEL GELO – La mobilità dei russi prova a mettere in difficoltà De Rossi, con Dzagoev, Eremenko e Doumbia che a turno si lanciano nell’esiguo spazio tra il vice capitano e i due centrali difensivi. Florenzi e Holebas non perdono un duello, puntualissimi nelle diagonali. E se Ljajic rimane un pericolo costante sulla sinistra, sulla destra Gervinho è molle, apatico, al limite dell’inutilità. Garcia se ne accorgerà al 72′. Tocca a Florenzi fare anche l’ala e la Roma accelera solo nelle tre discese del folletto di Vitinia. Nella prima il cross è corto, nella seconda (su uno spettacolare lancio di Totti) è una cosa a metà tra un tiro e un traversone con Ljajic solo a due metri dalla linea. La terza è quella giusta, serpentina centrale, dribbling secco e Berezutski costretto al fallo. Sono le 18:42, le 20:42 a Mosca e gli astronomi ricorderanno il momento perché sullo stadio Khimki passa una cometa che finisce in rete. La punizione di Totti a 103 km/h è un razzo che fa secco Akinfeev mal piazzato. Un pallone a otto gradi sotto zero è una pietra, il portiere russo non sarà neanche consapevole di aver rischiato una mano.
LA STORIA SI RIPETE – L’infinità di recuperi di Manolas e Astori distruggono le velleità del Cska. De Sanctis al 38′ sbaglia un rinvio ma poi rimedia con una grande uscita su Doumbia. I difensori della Roma sono iper-sollecitati perché davanti la Roma con Gervinho formato ectoplasma non tiene un pallone. Keita non ha la solita lucidità, De Rossi chiude mille falle ma sbaglia tanti appoggi. Ljajic all’undicesimo della ripresa chiude una diagonale difensiva degna del miglior Maldini. Al 14′ della ripresa Nainggolan crea e spreca simultaneamente la prima occasione del raddoppio. Slutski inserisce Milanov e blocca Florenzi triplicando la catena di sinistra russa. La Roma per larghi tratti è spaccata ed è sempre troppo bassa. Iturbe entra e crea la seconda palla del raddoppio, ma è fenomenale Akinfeev a dire no di piede a Ljajic che aveva calciato bene di sinistro dopo 50 metri di corsa. A otto minuti dalla fine ecco Strootman per Nainggolan, un cambio a cui Garcia ripenserà tutta stanotte. Non tanto per l’olandese quanto per il belga che sembrava l’unico centrocampista in grado di ribaltare l’azione. Il Cska abbassa la testa e assedia l’area di rigore, Pjanic entra per Ljajic e non dà gran copertura a Holebas. Il greco e Florenzi al 90′ appaiono dal nulla in mischia impedendo a Dzagoev e Doumbia di pareggiare a mezzo metro da De Sanctis. Ma come sempre è accaduto nella storia dell’Associazione Sportiva Roma, la beffa arriva nel momento in cui è meno attesa, quando si pensa che l’ultimo pericolo sia stato sventato.
Il cronometro segna 92′:30”, Iturbe gioca a Strootman un pallone che chiede di essere protetto e tenuto anche con le mani con uno svenimento improvviso. L’olandese pecca di presunzione e cerca il passaggio filtrante invece di calciare il pallone in Kamchatka. I russi chiudono e pregano nel cross di Berezutski. Nessuno fa fallo a metà campo e la palla spiove in area dove i lisci di Dzagoev e Doumbia ingannano un De Sanctis che non fa una gran figura. Uno a uno. Cinque punti a testa in classifica e tante raccomandazioni al Bayern Monaco per fermare il Manchester City. Comunque vada all’ “Etihad”, il 10 dicembre a Roma ci si giocherà gli ottavi di finale. Stasera però c’è solo amarezza. L’ennesima (e mentre chiudiamo Benatia va sotto la doccia con Aguero che non sbaglia dal dischetto…).
A cura di Daniele Luciani