Ieri, ad attendere la Roma c’era un Olimpico pieno, in una serata fredda, che taceva masticando l’ansia. Roma o Manchester City, non se ne esce. Anzi, qualcuno esce di sicuro. Sul prato, più pallido del solito, l’ovale del cielo visto di sbieco sembra il simbolo di Batman. Sembra tutto già segnato. Sugli spalti gli Oasis hanno lasciato perdere, Spike Lee no: a lui piacciono i passamontagna colorati. Asia Argento è seduta non lontano dal commissario tecnico Antonio Conte. L’allenatore della Roma, Rudi Garcia, ha scelto una formazione offensiva.
SOSPIRI. La Roma non ha paura ed il City capisce ad un certo punto che deve mettergliene. Il primo tempo finisce 0-0 ed il pubblico sospira. Quanto è lunga ancora questa lunga notte? Tanto, quasi quanto un passaggio indietro a De Sanctis. Adesso la paura si fa sentire e la Curva, con tutta la rabbia, canta Forza Roma alé. Ma il freddo è niente quando Nasri colpisce. Tutto rimane lì a vibrare, la rabbia, la solita delusione impotente. Il palo di Manolas è solo un simbolo, poi il K.O di Zabaleta. I giallorossi vanno dai tifosi. Battuti, tristi. Non annientati. Lì in Curva Sud cantano ancora, la Roma e il tricolore che verrà. Non smetteranno mai.
Fonte: Corriere dello Sport