(L.Valdiserri) – «A Roma stanno succedendo troppe cose, non vorrei che fosse coinvolto anche il calcio…». Il presidente del Genoa, Preziosi, non ci va per il sottile. Mescola il serio (l’indagine sul “mondo di mezzo”) e il faceto (il pallone), in un guazzabuglio che non fa certo bene al nostro calcio. Il Genoa ha tutto il diritto di pensare che anche l’arbitraggio di Banti e i suoi assistenti rovini le partite, ma c’è modo e modo di esprimerlo. Restano tre punti importantissimi per la Roma, che si avvicina alla Juve, e il solito carico di polemiche.
La partita dice che la Roma ha meritato di vincere perché l’aveva preparata meglio – senza né Totti né Destro, ma con Gervinho finto centravanti – e perché ha avuto una quantità industriale di occasioni da gol, quasi tutte sprecate, compreso un rigore di Ljajic parato di Lamanna. Ed è proprio su quel rigore, con conseguente espulsione di Perin, che è girata la partita. Il Genoa è rimasto in 10 e, per una squadra che fa del pressing e dell’aggressività la sua arma principale, non poteva che essere un gravissimo problema. Poiché la Roma non è stata capace di chiudere la gara, al 93’ ha rischiato lo psicodramma come a Mosca, contro il Cska. Rincon ha segnato il pareggio, su torre di Burdisso, ma il guardalinee ha annullato per millimetrico fuorigioco. Il problema è che gli errori arbitrali sono stati tantissimi, divisi poco equamente. Le partite rubate sono altre, perché la Roma ha avuto occasioni limpide fin dall’inizio e anche undici contro undici, ma è chiaro che quella che poteva essere una grande partita è stata “rovinata”, come ha detto Gasperini. In sintesi: il Genoa ha spiegato perché è comunque terzo, la Roma perché può vincere lo scudetto. E ancor più chiaro è il fatto che, senza tecnologia in campo, il nostro calcio sarà sempre peggio.