(M. Cecchini/F. Grimaldi) Se dai loro paradisi letterari Miss Marple o Hercule Poirot avessero voglia di tornare a passeggiare sul nostro mondo, li invitiamo a fare una puntatina a Genova, perché il caso che oppone Rudi Garcia (spalleggiato dalla Roma) e tre steward di Marassi (poco spalleggiati dal Genoa) necessita d’investigatori di primo livello. Breve riassunto delle puntate precedenti. Domenica i giallorossi vincono coi rossoblù al termine di una partita nervosa. All’uscita dal campo Strootman viene colpito da una bottiglietta, Holebas alza il dito medio verso i tifosi, dopo aver ricevuto un calcio a freddo da Perotti, che per questo, grazie alla prova tv, riceve 4 turni di squalifica (ma il Genoa si appellerà).Se la giornata di stop di Holebas alimenta già la polemica (vedi sotto), i 2 turni comminati a Garcia «per avere tentato di colpire il coordinatore degli steward» – episodio confermato dalla (sola) testimonianza di due colleghi – scatena l’inferno, anche perché un altro giallorosso avrebbe persino sputato. I due collaboratori della Procura federale, allertati dagli steward, chiedono lumi a Palazzi che invita a notificare i fatti. Gli steward vorrebbero controllare i tesserini di riconoscimento per individuare lo «sputante», ma il club giallorosso si oppone perché la richiesta proviene da non tesserati. Morale? Polverone gigantesco, con relativi sospetti romanisti di una giustizia sportiva poco serena.
IL TRIDENTE Dei 5 potenziali protagonisti, 4 sono individuati: Garcia e i tre steward: il capo Enrico Mento Curto, Palenzona e Fabio Penzo. Manca all’appello (se esiste) lo «sputante». La Genoa rossoblù per ora si è chiusa intorno ai tre. Impossibile contattare persino i titolari della «4 Any Job», la società che gestisce gli steward. Nessun commento sulla vicenda da parte del Genoa, anche se il club è rimasto spiazzato e infastidito dall’accaduto. La «4 Any Job» di fatto ha il monopolio nel lavoro degli steward per Genoa e Samp. È attiva dall’estate 2009, quando ha avviato il reclutamento dopo avere in parte «arruolato» anche quelli che già lavoravano allo stadio per conto dei due club. In totale si parla oggi di oltre 600 addetti. Il protocollo di inquadramento prevede che vengano avviati controlli preventivi da parte della Questura, prima della selezione effettuata dalla società stessa e da uno psicologo che la affianca.
LA SOSPENSIVA In Italia capita che steward e a volte persino forze dell’ordine si lascino prendere dal tifo. Morale: nel nostro calcio brutto, sporco e cattivo la sicurezza non esiste neppure negli spogliatoi, sopratutto se il tunnel di protezione funziona male o (misteriosamente) in ritardo. Proprio per tirarlo in campo tra l’altro il preparatore atletico giallorosso, Rongoni, ha avuto uno scontro con alcuni rossoblù, che lo hanno descritto tra i più agitati. Comunque, ieri la Roma ha ricevuto gli atti e presentato ricorso d’urgenza che sarà discusso in appello dal Tribunale Federale Nazionale già domani. Per la Roma – che chiede l’annullamento – manca il movente e anche le testimonianze sembrano non coincidenti, senza contare che gli steward non hanno presentato denunce non sportive, come invece intende fare Garcia. «Sono vittima di un attacco intollerabile al mio onore – scrive Garcia, che ci sarà in udienza –. Non accetterò che si cerchi di infangarmi. Mi batterò con ogni mezzo per difendermi dalle menzogne». Assai probabile perciò che venga richiesta una sospensiva per approfondire le indagini, cosa che la Roma si meraviglia non sia stata fatta dal giudice sportivo Tosel. Sul fronte della giurisprudenza, la Procura assicura che esistano precedenti simili, ma la questione pare dibattuta. Una richiesta: non finisca a tarallucci e vino. Per credere nella giustizia il bugiardo (che c’è di sicuro) stavolta occorre che sia punito.