(A. Catapano) – Due sedute, forse tre a settimana. Tappe forzate fino a Capodanno. Tanti, tantissimi argomenti nel calendario dell’Assemblea capitolina: interventi urbanistici, unioni civili, il bilancio previsionale del 2015 i più importanti. In mezzo, la discussione e l’eventuale approvazione della delibera di Giunta sul «pubblico interesse » del progetto Tor di Valle. A cui il sindaco Marino, facendo storcere il naso a molti, aveva promesso una corsia preferenziale: «Il Consiglio lo discuta prima delle unioni civili», aveva chiesto l’8 novembre dopo il pranzo in Campidoglio con Pallotta. Andrà così, ma nella migliore delle ipotesi sarà trascorso un mese dall’impegno del primo cittadino all’approvazione dell’assemblea.
NUOVO APPUNTAMENTO Ammesso che oggi la Conferenza dei capigruppo confermi la discussione del progetto Tor di Valle nelle sedute di questa settimana. E sempre che, avviato il confronto, lo stadio non diventi un pretesto (l’ennesimo) per mettere politicamente in croce la giunta Marino, il che dilaterebbe ulteriormente i tempi del passaggio assembleare, l’ultimo fissato dal Comune di Roma prima che il progetto preliminare torni nelle mani dei soggetti proponenti in attesa della sua versione definitiva. Le nubi intorno a Marino si sono appena diradate. Ma in attesa del rimpasto che gran parte del Pd gli chiede, il rischio del «trappolone» è sempre dietro l’angolo. Pallotta pensava di aver risolto la questione dopo la visita in Campidoglio di inizio novembre. Ma evidentemente sente la necessità di fare un altro passaggio se davvero ha già fissato un nuovo appuntamento con Marino a cavallo della partita con il Manchester City (10 dicembre). Stavolta sarà risolutivo?
NEL MERITO Lo stadio e il complesso edilizio che sorgerà accanto hanno sollevato un mare di critiche che, probabilmente, alla resa dei conti si tradurranno in un mare di emendamenti o proposte di modifica alla delibera di Giunta. Per cui è francamente difficile ipotizzare tempi certi per l’approvazione. Com’è noto, la proposta di Parnasi ha sollevato tanti dubbi: sui metri cubi di compensazione edilizia concessi per la costruzione delle già famigerate torri; sul rischio idrogeologico; sulla congruità delle opere pubbliche richieste dal Comune (soprattutto quelle relative ai trasporti e alla viabilità); sui tempi di realizzazione dell’opera (e la promessa che le infrastrutture andranno di pari passo). Le opposizioni (anche parte del Pd?) minacciano resistenza a oltranza, almeno coloro che non si sono iscritti al partito trasversale dello stadio. Ma dovrebbero essere la minoranza.