(D. Stoppini) Se Rudi Garcia dice che «solo Gervinho sa saltare l’uomo», si capisce la dimensione del guaio che ora deve affrontare la Roma.Perché l’ivoriano ha salutato tutti ieri sera: è uscito con tutta la sua truppa dall’Olimpico un bel po’ zoppicante, per quel colpo subito sull’azione-gol finale. Una caviglia destra malconcia, una distorsione che l’ivoriano farà controllare nei prossimi giorni. Garcia aspetta lui e Keita a Trigoria alla ripresa, il 29 dicembre, ma giusto per qualche allenamento. Perché fin qui la società non ha trovato terreno fertile con le federazioni di Mali e Costa d’Avorio: l’obiettivo resta trattenere i due africani per il match del 6 gennaio a Udine, un obiettivo assai complicato. «Certo, con loro due la Roma è più forte — dice Garcia —. Ma abbiamo una rosa lunga, il livello non si abbasserà, l’abbiamo dimostrato fin qui anche reggendo all’urto della sfortuna con gli infortuni. Non avremo loro due, ma saremo forti comunque».
Iturbe dov’è? A patto di recuperare in toto l’acquisto più costoso dell’intera Serie A. Iturbe è rimasto in panchina per tutti i 90’ ieri sera, all’interno di una partita che la Roma ha cercato di vincere fino alla fine. Eppure in campo sono entrati prima Ljajic, poi pure Destro, non l’argentino sul quale la società ha investito quasi 30 milioni di euro un’estate fa. Ora o mai più, il tempo dell’attesa è finito: senza Gervinho, Garcia dovrà in fretta capire cosa non è andato fin qui nella testa di Iturbe. Per trasformare il problema Coppa d’Africa nel trampolino per il lancio definitivo del numero 7. Prima che sia troppo tardi.