(S. Vernazza) – Come se fossimo a ipotetici playoff: la prima contro la quarta, la seconda contro la terza. Genova città chiave della quindicesima giornata di campionato. Domenica nell’anticipo di mezzogiorno la Juve capolista ospiterà la «viperosa» Sampdoria, che del quartetto di testa rappresenta la coda. A Marassi, ore 15, la Roma stordita dalla Champions, e prima inseguitrice dei campioni in carica, si misurerà col Genoa terzo a sorpresa. E se le due genovesi amanbissero a qualcosa di più dei ruoli di terze o quarte incomode?
FILM GIA’ VISTO – In Serie A la luccicanza di Genova non è un inedito. Un film già visto 24 anni anni fa, stagione 1990-91, quando il Doria di Vialli e Mancini vinse lo scudetto e il Genoa di Aguilera e Skuhravy arrivò quarto. All’epoca le vittorie valevano due punti e la situazione alla quattordicesima giornata del campionato 1990-91 era la seguente: Samp 21, Milan 20, Inter 19, Juventus 19, Parma 17 e Genoa (sesto) 15. Alla fine Samp prima con 51 punti, poi Inter e Milan a 46 e Genoa a 40. L’anno dopo la Samp venne battuta dal Barcellona in finale di Coppa Campioni e il Genoa fu eliminato dall’Ajax nelle semifinali di Coppa Uefa. Ai più giovani suonerà strano, ma ci sono stati tempi in cui Genova comandava. Siamo consapevoli di muoverci ai limiti della fantascienza, però se domenica la Samp battesse la Juve e il Genoa superasse la Roma, bisognerebbe iscrivere le due genovesi alla corsa scudetto?
INDIZI INTERESSANTI – Attenzione agli indizi, alcune cifre nascoste sono interessanti. Prendete il Genoa, per esempio. La classifica delle ultime otto giornate vede i rossoblù in testa al campionato: Genoa 18, Roma e Juventus 17 e Sassuolo (!) 16, queste le prime quattro posizioni. Samp «soltanto» ottava a quota 11. E’ una graduatoria parziale che non vale nulla, ma che esprime tendenze, una in particolare: negli ultimi due mesi Genoa e Sassuolo vanno così sparati da tenere il passo di Juve e Roma. E indovinate poi qual è stata la squadra che ha sottratto alla Juve il maggior numero di punti nel triennio con Antonio Conte allenatore bianconero: la Samp, che pure nella prima annata «contiana» giocava in Serie B. Nelle ultime due stagioni, due vittorie Samp e due successi Juve. Il 50 per cento dei punti, pari e patta. Nessun’altra formazione è riuscita a ottenere di più. Il Napoli, secondo piazzato di questa speciale classifica, alla Juve di Conte ha strappato il 28 per cento dei punti negli scontri diretti, una vittoria, due pari e tre sconfitte. Non è tutto: assieme all’Inter, la Samp è l’unica squadra ad aver vinto allo Juventus Stadium in campionato. Accadde il 6 gennaio 2013, quasi due anni fa, Juve- Samp 1-2 con doppietta di Icardi. Altri «segnali» arrivano dagli allenatori: Gian Piero Gasperini si è formato nel settore giovanile della Juve. Sinisa Mihajlovic è andato vicino a sostituire Conte nell’estate scorsa.
UOMINI CHIAVE – In base all’Opta Index – indice di Optasports che mescola una serie di dati – sono questi i quattro uomini chiave del quartetto al vertice della Serie A: Tevez (Juve), Pjanic (Roma), Perotti (Genoa) e Gabbiadini (Samp). Ciascuno di loro ha qualcosa che lo rende speciale. Carlitos Tevez è il giocatore che ha messo lo zampino nel maggior numero di gol della propria squadra: 9 li ha segnati di persona e 5 sono nati da suoi assist. Miralem Pjanic ha mandato per 30 volte i suoi compagni alla conclusione, nessuno nella Roma ha fatto di più, e soltanto Valdifiori dell’Empoli vanta più passaggi riusciti del bosniaco, 1087 contro 1058. Diego Perotti è il genoano che ha sfornato più cross (74) ed è il miglior rossoblù per dribbling riusciti (38), cifre tipiche di una grande ala. Manolo Gabbiadini è il doriano che ha tirato di più (31), e non a caso è il cannoniere della Samp (5 reti). «Gabbia» però è al passo d’addio, a gennaio si trasferirà a Napoli, e chissà che questo trasferimento non sposti degli equilibri.
ECONOMIA – La Juve fattura 280 milioni di euro, la Roma 132. Genoa e Samp assieme non arrivano al volume d’affari romanista: 57 milioni i rossoblù, 44 i blucerchiati, totale 101 milioni. Non è necessario spendere e spandere per primeggiare, quantomeno in Serie A (l’Europa è un’altra cosa). A Genova la cosa viene naturale, anche se gli attuali presidenti di Genoa e Samp genovesi non sono. Chi se l’aspettava una Serie A al pesto?