(C. Zucchelli) Magari Mark Pannes, prima o poi, se ne farà una ragione. Ma mentre il progetto dello stadio della Roma procede con fatica in Campidoglio, i romanisti seguono attenti e trepidanti l’evolversi della situazione ma di andare in Comune a far sentire la propria voce, per ora, non se ne parla. Da ieri è partito l’iter che, entro lunedì, dovrebbe dare al progetto americano la delibera per la pubblica utilità. Il via ai lavori c’è stato ieri, con l’assessore all’Urbanistica Caudo che ha presentato la sua relazione. Oggi tornerà a riunirsi il Consiglio con il termine della presentazioni di emendamenti e ordini del giorno fissato alle 14. Ieri Caudo è apparso piuttosto sicuro: «La cosa importante è che l’Aula voti in maniera consapevole e quindi approfondisca, chieda e modifichi. È il luogo più importante del Comune, quindi ci si aspetta che faccia un lavoro serio e scrupoloso». La seduta è stata interrotta per mancanza del numero legale «Ma oggi basteranno 17 consiglieri per andare avanti», sostiene Tommaso Giuntella, presidente del Pd romano che aggiunge: «Alcuni temono il cambiamento, ma ormai ci siamo».
CONTRARI Dall’opposizione il capogruppo del Pdl Tredicine e il consigliere Rossin hanno stigmatizzato la mancanza di numero legale, invitando ad andare subito alle elezioni, perché «il sindaco non ha più una maggioranza che lo sostiene». Critica anche Italia Nostra: «Il voto è inaccettabile e la spaccatura che esiste nella maggioranza lo rende ancora più evidente. È grave e ben poco trasparente non volere nemmeno accennare al problema che l’area non è ancora nella disponibilità di Parnasi, il proponente l’opera».