Non è il pugno duro mostrato dalla Spagna, ma c’è la consapevolezza che «molto ancora si deve fare». L’incontro di ieri al Viminale tra il ministro dell’Interno Alfano e i vertici dello sport e del calcio italiano (Malagò, Tavecchio, Beretta, Lotito e molti club di A e B presenti) ha tracciato un primo bilancio degli effetti prodotti dalle nuove norme antiviolenza: rispetto al 2013 calano le partite con incidenti (-9%) e i poliziotti (- 46%) e i civili (-34%) feriti. Governo del Paese e del calcio promettono di intensificare la lotta ai violenti. Servono stadi più accoglienti, tecnologie più moderne, poliziotti più presenti nelle curve, società meno contigue agli ultrà. Ma mancano i soldi. E infatti i club hanno chiesto ad Alfano di partecipare alla stesura del regolamento di quella parte del decreto stadi che gli impone una quota tra l’1 e il 3% degli incassi al botteghino per finanziare gli straordinari degli agenti. Proposta accolta.