(M.Calabresi) – Aveva l’agenda piena, Carlo Tavecchio. Ha lasciato l’incontro tra Conte e gli allenatori in anticipo, e alle 15 era già a Roma, nella sala Giunta del Coni per la riunione della Commissione contributi per le Federazioni. In via Rosellini, a Milano, c’è chi invece ieri mattina non è mai arrivato. Tavecchio non è che l’abbia presa benissimo: «L’invito è stato dato con chiarezza a tutti, chi è assente ha sempre torto». Tre le società assenti, due componenti dello staff (l’interista Giulio Nuciari e il romanista Claude Fichaux) «delegati» dai capi allenatori, Roberto Mancini e Rudi Garcia, l’unico ad avvertire personalmente Conte della sua assenza, alla faccia dei botta e risposta della scorsa stagione. Gli altri tre club hanno avvisato la Federcalcio (il Cagliari) o la Lega (l’Empoli e il Napoli): il c.t., che auspica che incontri come questi vengano istituzionalizzati e svolti almeno con cadenza annuale, spera vivamente che nella prossima chiacchierata ci sia il 100 per cento di presenze.
IMPEGNO COL POPOLO Chi c’era, è uscito dalla sede della Lega Calcio con buone sensazioni, che pure andranno verificate all’atto pratico. «C’è massima disponibilità da entrambe le parti – il commento dei tecnici di A –, anche se non possiamo mettere bocca sul discorso relativo agli stage: di quelli, si deve parlare in altri tavoli, perché i calciatori sono di proprietà delle società, noi non possiamo far altro che allenarli». La Nazionale, invece, la allenerà ancora Conte, non ci piove. «Le voci di sue eventuali dimissioni? Ma chi è che mette in giro queste voci qua?», la risposta stizzita di Tavecchio. Con l’eco del c.t.: «Ho preso un impegno con persone che mi hanno cercato in maniera entusiasta, ma anche con tutto il popolo italiano e i tifosi». E da ieri, pure con le società di A e i loro allenatori.