(A. Pugliese / D. Stoppini) – Un anno fa festeggiò così, con un tweet in cui quasi si scherniva: «Non è stata la mia migliore partita, ma abbiamo vinto!». Già, era il derby delle rivincite, il 2-0 che rimise la chiesa al centro del villaggio e ridiede orgoglio alla gente giallorossa, ancora sanguinante dalle ferite della finale di Coppa Italia. Da quel derby sono passati oltre 15 mesi, quasi un’eternità calcistica, in cui Kevin Strootman ha ballato tra paradiso e inferno. E ora che galleggia in un fastidioso purgatorio, in cui prova a tornare quello del preinfortunio, ha messo nel mirino un altro Roma-Lazio, quello dell’11 gennaio. Chissà, tra due settimane potrebbe essere un altro derby delle rivincite, stavolta un po’ più personali. E pazienza se anche stavolta non dovesse essere la sua migliore partita, presto arriverà anche quella.
FONDAMENTALE Oggi pomeriggio si riparte, con Garcia pronto a riprendere la caccia alla Juventus ed al sogno-scudetto. Una corsa in cui il tecnico francese si aspetta dei rinforzi (Chiriches è in dirittura d’arrivo, ma prima bisognerà vendere Jedvaj al Leverkusen), anche se poi il primo vero «nome nuovo » ce l’ha proprio in casa ed è Kevin Strootman. Da oggi Garcia aumenterà anche la tensione nei suoi confronti, lo caricherà ancor più di responsabilità (positive, è ovvio), cercherà davvero di farlo sentire di nuovo al centro del villaggio, come quando prima dell’infortunio era l’ago della bilancia del centrocampo romanista. Perché con Keita in partenza per la Coppa d’Africa (al suo rientro, previsto domani con Gervinho e i sudamericani, colloquio con la società per cercare di «salvarlo » almeno per la gara di Udine), Strootman diventa ancora più fondamentale di prima. Soprattutto considerando le diffide di De Rossi eNainggolan (a proposito, ieri il belga ha twittato un «Tranquilli…» eloquente in vista della battaglia sulla metà del suo cartellino), che rendono ancora più fragile la compattezza di un centrocampo senza tante altre alternative.
RICARICA Per ricaricare le pile nel miglior modo possibile, Strootman hafesteggiato il Natale a Dubai, insieme alla fidanzata Thara e ad alcuni amici (tra cui il connazionale Emanuelson — in procinto di lasciare Trigoria in questa finestra di mercato — e gli ex giallorossi Benatia e Dodò). Poi da oggi tornerà ancora più cattivo di prima, agonisticamente parlando. Per lo staff medico è oramai recuperato a tutti gli effetti, per quello tecnico si tratta ora solo di superare alcuni ostacoli, più psicologici che altro. Del resto, le apparizioni con Torino e Cska e i 53’ giocati con il Sassuolo servivano proprio a rimuovere tutti i timori legati al ritorno. MERCATO Paure che non sembrano avere i suoi estimatori, se è vero che i giornali inglesi insistono sul Manchester United e su un’offerta da 32 milioni di euro. «Ma io non vedo la Roma come un passaggio intermedio della mia carriera — ha detto Strootman a Voetabl International —Di certo, un giocatore che gioca bene qui può mettersi in mostra più velocemente. Tutti vogliono giocare con Real Madrid o Barcellona, ma questi grandi club non fanno scouting in Olanda». In Italia sì, però. La Roma giura che non lo cederà. Garcia rivuole presto indietro la «lavatrice». Già da Udine, il 6 gennaio. Passaggio obbligato verso quel derby lì.