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IL MESSAGGERO A un passo dalla Juve

Esultanza
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(U. Trani) – La Roma si riabilita dopo l’addio alla Champions e accelera prepotentemente nella corsa scudetto. Grazie al pari della Sampdoria a Torino contro la Juve, il successo di Marassi contro il Genoa, imbattuto da 9 turni, cambia la classifica: ora la capolista ha solo 1 punto di vantaggio. I giallorossi, dopo 15 giornate, vanno più forte che un anno fa, quando i campioni d’Italia erano a più 3.

FORMULA INEDITA – Keita, per la prima volta, indossa la fascia di capitano dall’inizio, perché Totti comincia in panchina e De Rossi è squalificato. Garcia, in partenza, rinuncia sia al capitano che a Destro. Nel ruolo di prima punta si alternano Gervinho e Ljajic. Il terzo uomo, nel tridente, è Florenzi. L’opzione sembra subito efficace e alla lunga risulterà decisiva. L’obiettivo è non dare punti di riferimento alla difesa del Genoa. Gasperini si mette a specchio, scegliendo il 4-3-3, anche se a sinistra, per abitudine, Antonelli spesso avanza sulla linea dei centrocampisti. E’ lì che i giallorossi affondano con continuità, appoggiandosi a Maicon che diventa quasi una seconda ala destra. Non a caso su quel lato costruiranno l’azione per sbloccare il risultato alla fine della prima parte.

A SENSO UNICO – Con Florenzi l’assetto è più equilibrato e, dopo 5 gare, comprese quelle con il Cska e il City, la difesa finalmente non prende gol: l’ultima volta contro il Torino il 9 novembre. La Roma è subito padrona della situazione. Si prende l’iniziativa, conquistando il centrocampo, dove Keita pensa all’organizzazione, Nainggolan si butta negli spazi e Pjanic offre qualità in fase offensiva. Rincon, Sturaro e Bertolacci risultano inesperti e fragili davanti ai tre. Proprio Nainggolan, con il suo dinamismo, fa la differenza e cambia la storia del match già nel primo tempo. E’ lui che, arrivato in velocità in area del Genoa su imbucata di Pjanic, conquista il rigore e soprattutto permette ai giallorossi di giocare, dalla mezz’ora, in superiorità numerica, per l’espulsione del portiere Perin. Ljajic, però, non trasforma: bravo il debuttante Lamanna, entrato per Falque, a respingere. Ma è ancora Nainggolan, dieci minuti più tardi, a incidere sulla gara. Favolosa la semirovesciata volante (100° gol dell’éra Garcia) sul cross da destra di Maicon che ha appena rubato il pallone a Perotti.

ERRORI E PROTESTE . Anche nella ripresa c’è solo la Roma a Marassi. Banti caccia Gasperini, esagerato nel lamentarsi, durante l’intervallo. In panchina comanda Gritti. Il Genoa riparte, nel secondo tempo, con il 3-5-1. Fuori Matri per Edinilson. Davanti, come prima punta, Perotti. De Sanctis non farà nemmeno una parata. Nemmeno quando entra Pinilla per De Maio e, nel finale, avanza pure Burdisso. Falliscono, invece, le chance migliori Ljajic, Gervinho e Florenzi. Garcia interviene e fa uscire i primi due: ecco Totti e a seguire Iturbe che fa in tempo a papparsi un gol di testa. Quello che segna in fuorigioco, a fine recupero, Rincon, su torre di Burdisso, su corner di Perotti. Banti, in un pomeriggio in cui sbaglia tutto o quasi, vede bene, aiutato dal collaboratore Costanzo. Lo stesso che aveva concesso l’angolo che non c’era. Meglio così.

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