(A.Angeloni) – Et voilà, l’exploit. Rudi Garcia sceglie il francese per definire un sogno: passare il turno, guadagnare gli ottavi di finale, che vogliono dire prestigio e ricchezza per la Roma. Prima, battere il Manchester City, e non è semplice. «Sarà come una finale. Dovevamo essere già fuori gioco a questo punto, ma abbiamo dimostrato con qualità di poterci giocare questa opportunità. Sarà eccezionale se vinciamo, puntiamo all’exploit». Appunto.
DENTRO I MIGLIORI Se lo aspetta Rudi, perché per stasera ha scelto i migliori, accuratamente preservati sabato con il Sassuolo. Una mossa che gli ha fatto ricevere non poche critiche. «Ma io resto dell’idea che la squadra ha fatto un’impresa: non era facile rimontare il Sassuolo sopra di due gol e in superiorità numerica. Adesso ci aspetto un’altra grande partita: sappiamo che il City è una squadra forte, ma noi vogliamo qualificarci. Sono sicuro che ce la possiamo fare», il suo auspicio. L’ambiente è carico, l’Olimpico pieno, la Curva Sud è per noi: c’è tutto insomma. «Conosco lo stato d’animo dei miei giocatori. Non è soltanto una partita speciale per me, quello che è stato fatto qui finora è un lavoro di squadra. La Roma nelle ultime stagioni non aveva centrato l’obiettivo europeo, ora fa parte dell’ambizione del club. Dobbiamo cogliere questa opportunità. Vorremmo dedicare la vittoria ai nostri tifosi che se lo meritano e anche per i giocatori sarebbe importante: vedrebbero il coronamento del loro lavoro svolto quotidianamente».
MOSSE E UOMINI Attaccare, attaccare, attaccare. Qui Garcia usa l’italiano, per far capire a tutti quale sarà l’atteggiamento della Roma. Che poi è l’atteggiamento di sempre. «Noi non abbiamo scelta, c’è solo da giocare per vincere, per fare un gol più del City». Non ci sono calcoli da fare, anche se in teoria basterebbe pure un pari. «Saremo artefici del nostro destino solo vincendo perché non sappiamo cosa può succedere tra Bayern Monaco e Cska Mosca. Attaccare per segnare un gol in più del Manchester, non vedo altre cose da fare». Sì, ma con chi? Ljajic? Gervinho? Totti? E Iturbe? Lì davanti c’è ampia scelta. «Sarà, però, una partita tattica. Dovremo quindi usare la testa; non basterà giocare al cento per cento».
FUORI CAMPO La Roma, comunque, dovrà attaccare con equilibrio. Ma bisogna vedere se Rudi rinuncerà per caso al suo equilibratore, che si chiama Daniele De Rossi («Rincorriamo ancora un sogno alla nostra portata», ha detto il n.16). Daniele viene da un periodo negativo (per questioni extra campo) e non è escluso che Garcia lo tenga a riposo. «Io sono l’allenatore di De Rossi giocatore e uomo. Sono uscite cose che non riguardano per niente il campo e queste disavventure non hanno neanche l’un per cento di importanza per me, anche se poi devo sempre fare in modo di far star bene i calciatori nella loro testa. Lui è un giocatore importantissimo per noi, un uomo-spogliatoio, ha cento presenze con la maglia dell’Italia, è un grande campione non solo in campo, ma anche nella vita».