(L. Bog.) Pioggia di emendamenti sul progetto del nuovo stadio di Tor di Valle, mentre associazioni di residenti e ambientaliste gridano allo scandalo.Ieri il comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento ha fatto un appello al sindaco Ignazio Marino e inviato una lettera aperta ai membri dell’assemblea Capitolina«sull’operazione di speculazione edilizia che si vuole realizzare intorno allo Stadio della Roma a Tor di Valle». Slitta intanto a oggi la discussione in assemblea capitolina sulla delibera che avrebbe l’obiettivo di riconoscere il pubblico interesse del progetto. Sul piede di guerra ormai da mesi, il comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento elenca i motivi della contrarietà del progetto dei costruttori Parnasi e Pallotta sostenuto dall’assessore Caudo nonostante l’opposizione di urbanisti e associazioni ambientaliste. «L’impatto sui quartieri di Torrino e Decima – dice il comitato – sarebbe pesantissimo, un impatto generato non solo dallo stadio ma soprattutto dalla cementificazione che ne accompagna la realizzazione».
Il comitato dei residenti esprime da tempo «dubbi sull’impatto sulla mobilità; sul problema urbanistico, legato ad una nuova centralità che verrebbe realizzata senza alcuna attribuzione da parte del PRG; sulla proprietà dei terreni, che al momento vede gravare una diffida sulla testa dell’amministrazione comunale, affinché la delibera non sia votata; sugli sproporzionati extraprofitti che il proponente potrebbe ottenere, sui quali sono stati presentati tre esposti in Procura».
I residenti rilanciano quindi l’idea di realizzare lo stadio «nell’area della Città dello sport a Tor Vergata». Sul piede di guerra anche Italia Nostra: «È grave e ben poco trasparente non volere nemmeno accennare al problema che l’area non è ancora nella disponibilità del proponente l’opera».
L’assemblea di ieri è stata rinviata per mancanza di numero legale «in seconda convocazione basteranno solo 16 consiglieri per decidere su una delibera cosi importante. In assenza di questa manovra la pregiudiziale del M5S sarebbe passata bloccando una delibera che porterà vantaggi ai soliti noti» dicono i pentastellati. «Come Fdi-An abbiamo presentato 100 documenti tra ordini del giorno emendamenti» tuona Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi-An in Campidoglio.Pioggia di emendamenti sul progetto del nuovo stadio di Tor di Valle, mentre associazioni di residenti e ambientaliste gridano allo scandalo. Ieri il comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento ha fatto un appello al sindaco Ignazio Marino e inviato una lettera aperta ai membri dell’assemblea Capitolina «sull’operazione di speculazione edilizia che si vuole realizzare intorno allo Stadio della Roma a Tor di Valle». Slitta intanto a oggi la discussione in assemblea capitolina sulla delibera che avrebbe l’obiettivo di riconoscere il pubblico interesse del progetto. Sul piede di guerra ormai da mesi, il comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento elenca i motivi della contrarietà del progetto dei costruttori Parnasi e Pallotta sostenuto dall’assessore Caudo nonostante l’opposizione di urbanisti e associazioni ambientaliste. «L’impatto sui quartieri di Torrino e Decima – dice il comitato – sarebbe pesantissimo, un impatto generato non solo dallo stadio ma soprattutto dalla cementificazione che ne accompagna la realizzazione». Il comitato dei residenti esprime da tempo «dubbi sull’impatto sulla mobilità; sul problema urbanistico, legato ad una nuova centralità che verrebbe realizzata senza alcuna attribuzione da parte del PRG; sulla proprietà dei terreni, che al momento vede gravare una diffida sulla testa dell’amministrazione comunale, affinché la delibera non sia votata; sugli sproporzionati extraprofitti che il proponente potrebbe ottenere, sui quali sono stati presentati tre esposti in Procura». I residenti rilanciano quindi l’idea di realizzare lo stadio «nell’area della Città dello sport a Tor Vergata».
Sul piede di guerra anche Italia Nostra: «È grave e ben poco trasparente non volere nemmeno accennare al problema che l’area non è ancora nella disponibilità del proponente l’opera». L’assemblea di ieri è stata rinviata per mancanza di numero legale «in seconda convocazione basteranno solo 16 consiglieri per decidere su una delibera cosi importante. In assenza di questa manovra la pregiudiziale del M5S sarebbe passata bloccando una delibera che porterà vantaggi ai soliti noti» dicono i pentastellati. «Come Fdi-An abbiamo presentato 100 documenti tra ordini del giorno emendamenti» tuona Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi-An in Campidoglio.