(G.Giubilo) – Bilancio di una catastrofe, il consuntivo dell’annata vissuta dal calcio italiano, ma il prendere congedo da questo 2014 non non ci conforta più di tanto, insomma essersi lasciati alle spalle il peggio di tutto non apre gli animi alla speranza. Perché è innegabile che le prospettive per l’anno che sta per irrompere non migliorano il livello dell’umore depresso che ci ha fin qui accompagnato. La politica, e dunque il governo del nostro sport più popolare, presenta scenari inquietanti. Non basta che il massimo esponente, il ben noto «banana», stia scontando una squalifica a livello europeo, che avrebbe consigliato le dimissioni a qualsiasi persona sensibile. Purtroppo Carlo Tavecchio imperversa e delinea un futuro tale da far impallidire perfino quanto ci ha afflitto per tutto l’anno. Per i suoi deliri, non avendo le reti unificate come Napolitano, ha scelto l’agenzia di Pippo Marra, licenziando in diretta gli assistenti di porta. Risparmio, ammonisce, come se le otto telecamere che li devono sostituire costino quattro soldi. Di riforme vere e proprie non si parla, tanto la Lega tace e china il capo, così il numero delle squadre di A e B resta tale e quale. Ma c’è anche un messaggio di speranza, l’otto in pagella al 2014 del calcio italiano, Antonio Conte, sulla scia di trionfi che non è facile individuare, ci porterà intanto ai vertici europei, poi si vedrà. Parole molto apprezzate dagli estimatori dei film di fantascienza, la realtà ci regala altre indicazioni, ma siamo in mano ai dilettanti, perché così ha voluto l’imbelle gestione del settore professionistico. Ancora attenzione alle proposte di dare spazio alla moviola, francamente mi sento molto vicino a Platini e alle riserve dell’Uefa sulla tecnologia, salvo i casi indispensabili, come i centimetri sul gol. Mi riesce difficile pensare che una macchina sappia, per esempio, interpretare la volontarietà, elemento fondamentale per l’assegnazione di un fallo. Malinconie, accentuate dalla modesta concorrenza, sui mercati, rispetto ai club europei, quelli che se ne sbatteranno ampiamente del fair play finanziario.