(F. M. Magliaro) – Forse ci siamo: oggi entra finalmente nel vivo la discussione sulla delibera che sancise il pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma a Tor di Valle. Salvo sorprese, il voto finale potrebbe arrivare già nella serata odierna o, più probabilmente, domani.
Seduta del Consiglio convocata alle ore 9 e il primo punto da discutere è lo Stadio. Contro il quale, però, è già partito il primo siluro: il Gruppo dei 5Stelle ha depositato, il 3 dicembre scorso, un esposto in Procura contro la delibera chiedendo ai giudici di verificare la sussistenza di «eventuali violazioni delle norme penali». In sostanza i Grillini accusano: l’operazione garantisce un «ingiustificato arricchimento» dei proponenti a danno della città. Non viene tenuto conto né del rischio alluvioni né del fatto che nel pubblico interesse della città rientrano anche Olimpico e Flaminio, più tutta una serie di considerazioni in merito alle criticità legate alla scelta dell’area che sortirebbero – a detta dei pentastellati – impatti negativi sull’ambiente, il paesaggio e lo stesso campo da gioco.
La giornata di oggi sarà dedicata all’esame dei 163 ordini del giorno e 119 emendamenti: circa la metà quelli che saranno dichiarati ammissibili dagli uffici del Consiglio. Più probabile, quindi, che si arrivi al voto finale domani. 96 emendamenti vengono dai partiti di opposizione di centrodestra così come 153 ordini del giorno. Recordman, Dario Rossin (FI) con 118 ordini del giorno a sua firma, 10 in collaborazione con Tredicine, cofirmati anche 9 emendamenti. Segue Ghera (FdI) con un totale di 82 modifiche proposte alla delibera.
A sinistra, il gruppo di SeL e il consigliere della Lista civica, Magi, seguono assai poco gli ordini di disciplina che il sindaco Marino tenta di imporre. Gli emendamenti si somigliano un po’ tutti: mobilità pubblica e privata, proprietà dell’impianto, cubature, depuratori.
Rossin spiega: «Dopo 30 anni di chiacchiere è l’ultima occasione per unificare via del Mare e Ostiense: costruito lo Stadio, non si potrà più intervenire. E devono farsi depuratori, svincoli e bretella dal Raccordo. Se non ci sono queste opere non c’è pubblico interesse». Fratelli d’Italia, con Rampelli ad affiancare Ghera, Rocca e De Priamo, pone il quesito del che fine faranno Olimpico, Flaminio, Tor Vergata, chiedendo, fra le altre cose, adeguamenti sul depuratore Acea, la creazione di un unico asse via del Mare/Ostiense da Marconi al Raccordo, adeguamento della Roma-Lido e l’incremento dei parcheggi. Cantiani (NCD) insiste sul problema mobilità, sia pubblica che privata.
Il Gruppo di SeL teme il rischio speculazione edilizia. «Vogliamo vedere le coperture finanziarie – spiega Imma Battaglia – per non correre il rischio della Città dello Sport di Calatrava, della Nuvola di Fuksas e delle Torri dell’Eur. Troppe grandi opere su carta e poi scheletri nella realtà. Chiediamo che si sia una fidejussione che copra i costi di ripristino dello stato dei luoghi se le cose non andassero bene».
Analogo discorso quello di Riccardo Magi: «Le strade, i trasporti pubblici, le cubature sono elementi che nel progetto non convincono. Quest’opera sembra solo una grande speculazione edilizia». Insomma, le voci contrarie ribadiscono: sì allo Stadio della Roma, no a questo progetto considerato sbagliato e invasivo.
Incassato il sì dell’Aula, spetterà poi a Parnasi redigere il progetto definitivo da sottoporre alla conferenza dei servizi convocata dalla Regione: altri 180 giorni per l’ok finale e ancora tante insidie da superare prima di partire con i lavori.