(F. Schito) Sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima. Così come Mandela, anche la Roma aveva in mano il proprio futuro. E ha fallito. Il primo sostituito della gara è Adem Ljajic, comunque uno dei più positivi dei suoi, chiamato fuori pochi attimi dopo aver sprecato una delle occasioni più ghiotte dei giallorossi. «Non ero arrabbiato per la sostituzione – le parole del serbo al termine della partita – ero deluso perché ho sbagliato una grande occasione. Ho tirato malissimo dopo il dribbling, ero arrabbiatissimo, ma con me stesso, non certo con il mister. Lui decide i cambi ed è giusto che lo faccia». Il numero 8 giallorosso, dopo un inizio di stagione balbettante, ha trovato la quadratura del cerchio, mostrando con continuità le sue qualità. Il suo pensiero, nonostante l’eliminazione, rimane positivo: «Cosa dobbiamo fare? Andiamo avanti. Abbiamo fatto bene, nessuno avrebbe pensato che saremmo arrivati qui a giocarcela, certo abbiamo fallito tante occasioni, ma eravamo in un girone con Bayern e City, due squadre molto forti. Abbiamo giocato bene tutte le partite tranne una, quella in casa con il Bayern Monaco».
Adesso arriva il difficile, scrollarsi di dosso il rammarico dell’uscita dalla Champions per riprendere la marcia in campionato: «Il nostro obiettivo è lo scudetto e siamo a buon punto – spiega Ljajic – e ora c’è anche l’Europa League. Siamo a 3 punti dalla Juventus ce la giochiamo partita dopo partita». Si ricomincia da domenica, l’ostacolo si chiama Genoa.