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IL TEMPO “Non siamo ancora grandi”

Garcia
Garcia

(A. Austini) La Champions non è roba per questa Roma. Non ancora. E, a quanto pare, neppure per Garcia che al terzo tentativo – i primi due con il Lille – si ritrova di nuovo fuori dopo sei partite. È finita come si pensava all’inizio, ma non si può nascondere che i giallorossi, per come si era messo il girone, hanno gettato al vento una chance enorme.

«Nessun rimpianto – prova a negare Garcia – siamo stati all’altezza di questo gruppo e dovevamo fare un exploit. Sapevamo che il City è una squadra forte, la partita è stata equilibrata, per qualificarsi serve anche un po’ di fortuna e oggi ha scelto loro. Il calcio, talvolta, si gioca sul palo che fa entrare o uscire un pallone».

Quelli toccati dai giallorossi non volevano proprio entrare. «Siamo entrati benissimo in partita, nel primo quarto d’ora – sottolinea Rudi – potevamo segnare, abbiamo avuto un’occasione clamorosa con Holebas. In quel momento abbiamo lasciato passare la nostra chance». L’equilibrio lo ha spezzato Nasri, un francese come il tecnico romanista. «Non dovevamo lasciarlo tirare, lì abbiamo preso un colpo mentale che ci ha un po’ ammazzato: sapevamo che il Bayern stava vincendo ed era necessario segnare 2 gol per qualificarci. E farli al City non è semplice».

Alla fine, i valori del «girone di ferro» sono usciti fuori. «Il Manchester è partito male in Champions, poi strada facendo è tornato al suo livello. Hanno una rosa forte: se non c’è Aguero c’è Dzeko, se manca Silva gioca Nasri. In queste partite fa la differenza l’esperienza. Loro sono più maturi, noi dobbiamo imparare, migliorare alcuni punti e anche la rosa – il messaggio alla società – perché al momento questo avversario non è al nostro livello. Se vogliamo essere più competitivi, anno dopo anno bisogna aggiungere giocatori forti. È anche l’obiettivo del nostro presidente. Però c’è da dire che rispetto ai fatturati, la differenza tra la nostra rosa e quella del City non è altrettanto grande».

Non si arrende Garcia, sarebbe assurdo farlo. «Stiamo costruendo qualcosa da 18 mesi per avvicinarci alle grandi d’Europa. Non c’è confronto con il Lille. Abbiamo visto che la strada sarà lunga ed è normale sia così. Sono sicuro che arriveranno altre finali da giocare, dobbiamo lavorare per arrivarci». A cominciare da domenica a Marassi. «Abbiamo una partita difficile contro la terza in classifica e bisogna subito scrollarsi di dosso la frustrazione. Se vogliamo tornare in Champions sappiamo cosa fare: pensare al campionato che resta il primo obiettivo». E l’Europa League? «La affronteremo al massimo cercando di arrivare più in fondo possibile. Ci servirà anche a fare esperienza». Tradotto: tutto sullo scudetto, la coppa viene dopo.

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