(M. Vitelli) – Roma città all’erta. Perché il rischio di scontri tra i sostenitori delle due squadre è alto. Così come il pericolo di contaminazioni nei gruppi legate ad alleanze temporanee messe in atto in nome della violenza. Gli uomini di Pellegrini sbarcano a Roma con un nutrito seguito di circa millecinquecento supporters ed i precedenti tra le tifoserie romane (di entrambe le sponde del Tevere) e quelle inglesi non sono rassicuranti.
Il piano-sicurezza prevede un ingente impiego delle forze dell’ordine che, dopo aver indirizzato i sostenitori dei Cityzens al punto di raccolta stabilito all’interno di Villa Borghese, li scorteranno fin dentro lo stadio Olimpico. Ma i guai non hanno orario e quindi l’insidia di incidenti accompagnerà anche le ore post-partita, quando le tenebre potrebbero allearsi con i violenti. Due anni fa, la sera prima della sfida di Europa League tra Lazio e Tottenham, una mega-rissa animò Campo de Fiori e riempì i letti dell’ospedale «Fatebenefratelli». Si parlò di aggressione razzista, messa in campo da una spedizione congiunta di tifosi laziali e romanisti. Nel 2006, invece, la guerriglia avvenne la sera prima del match di Coppa Uefa tra Roma e Middlesbrough. Risultato finale, tredici inglesi feriti e due poliziotti italiani medicati in ospedale.