(T. Carmellini) La Roma si butta via. Il pareggio a reti bianche contro il Milan ha il sapore acre della sconfitta. Ma nel passo falso dei giallorossi c’è palese la complicità di un Rizzoli, peggiore in campo in assoluto (a tratti imbarazzante) che macchia pesantemente la sua serata e quella della squadra di Garcia. Il miglior fischietto italiano, quella della finale mondiale, sbaglia tutto il possibile: non dà alla Roma un rigore solare e inverte tutta la gestione dei cartellini. Ma è solo un alibi per una Roma stanca, che fatica a giocare il suo consueto calcio e anche contro una squadra molto più debole (nonostante il Berlusca-pensiero), non riesce ad imporsi. Fatica a trovare gol contro un Milan che non faceva uno 0-0 da quaranta partite: qualcosa vorrà pur dire.
Il bilancio è un 2015 che si chiude a -3 dalla Juventus e con l’amaro in bocca di non averci nemmeno provato. Arriva così come manna dal cielo questa pausa Natalizia che ridarà linfa a un gruppo cotto e magari ritroverà Strootman in mezzo al campo: che è tanta roba. Ma stasera è mancato molto altro: la qualità del centrocampo, un portiere che dia garanzie per tutta la durata della partita e soprattutto un attaccante in grado di fare la differenza. Alla fine sbaglia anche Garcia che ancora un volta aspetta troppo per fare i suoi cambi e mette in campo una formazione iniziale discutibile. E conta poco se alla fine alla Roma dice anche po’ sfiga: soprattutto nell’arrembaggio finale.
VIA AL RALLENTATORE – La Roma parte piano, accusa il primo affondo del Milan dopo due minuti, ma quando entra in campo la differenza si vede. Il primo tempo è giallorosso anche se gli uomini di Garcia riescono ancora una volta a sbagliare di tutto e di più. Prima Gervinho, poi Florenzi, quindi Totti su punizione prima del gol sbagliato da due passi ancora dall’ivoriano. Ma nel calcio non si vince con le occasioni, servono i gol. Nel mezzo c’è un rigore grosso come una casa non concesso da Rizzoli: il nostro fiore all’occhiello, l’arbitro che ci rappresenta in giro per il mondo. Il tocco di mano di De Jong col braccio teso verso l’alto (nemmeno fosse un pallavolista) resterà come una macchia nera nel campionato del primo fischietto italiano a dire il vero tradito anche dal suo assistente di porta Massa. Rizzoli probabilmente è impallato dai giocatori, ma il «collega» di porta è li a due metri: non può non vedere. Il punteggio così resta a invariato e prima dell’intervallo c’è ancora il tempo per l’ennesima bambola di De Sanctis: prima esce da matto e rischia il pasticcio, poi resta incollato tra i pali quando Manolas lo chiama in fase di chiusura. Poi però, sotto i due fischi, si riscatta con una gran parata sulla puntata da quaranta metri di Mexes.
RIPRESA AL CLOROFORMIO – Quando le due squadre rientrano in campo la storia non cambia granché. La Roma sta ferma, il Milan prende confidenza e guadagna metri sul campo: almeno fin quando resta in undici. Già perché al venticinquesimo arriva la seconda svista di Rizzoli. Stavolta l’arbitro non vede il fallo di mano di Armero già ammonito: incredibile ma vero ci pensa proprio Massa (dall’altra parte del campo) a correggere la sua decisione e far espellere il milanista. Il finale è mono-porta, Garcia finalmente cambia uomini ma non la partita. Finisce tra la rabbia e i fischi giusti del popolo romanista che aveva immaginato tutt’altro Natale. Garcia alla vigilia dopo il caos di Geova aveva detto «più ci daranno fastidio, più noi lotteremo»: beh visto il Rizzoli di ieri ci sarà da lottare ancora molto in questo campionato lungo da morire.