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IL TEMPO Roma rimandata, la strada è lunga

James Pallotta Mauro Baldissoni Italo Zanzi
James Pallotta Mauro Baldissoni Italo Zanzi

(A. Austini) – Venti partite, quasi la metà senza vittoria (4 pareggi e 5 sconfitte), 35 gol segnati ma ben 25 subiti, la Champions è già finita e in campionato si continua a inseguire la Juve.

È più agro che dolce il bilancio della Roma dopo il primo vero crocevia della stagione. Agro se si pensa alla evidente perdita di qualità nel gioco rispetto allo scorso anno, alle altissime aspettative di vittoria condivise da tutti i protagonisti e agli inevitabili rimpianti europei scaturiti in un girone che sembrava impossibile ma diventato, via via, una mano di traversone. In questo avvio di stagione all’insegna del ridimensionamento gli ottimisti si aggrappano mani e piedi a quei soli tre punti che, nonostante tutto, separano i giallorossi dalla vetta del campionato. Poi arriverà l’Europa League, una competizione da vivere da protagonisti a differenza della Champions, ma decisamente più povera: i gol di Nasri e Zabaleta mercoledì all’Olimpico hanno portato via almeno 15 milioni. Il problema che la metà di questi se li prenderà la Juventus grazie alla distribuzione dei diritti tv.

«L’obiettivo prinicipale rimane il campionato perché vogliamo tornare a giocare la Champions» ha chiarito Garcia dopo la sconfitta contro gli inglesi. Parole ben diverse da quel «vinceremo lo scudetto, sono sicuro»: uno slogan pronunciato da Rudi per risollevare il suo gruppo abbattuto dal ko ingiusto di Torino. In realtà l’allenatore non era «sicuro» allora ed è decisamente meno convinto adesso. Il messaggio rivolto a Pallotta è chiaro: «Dobbiamo migliorare e avere giocatori più forti se vogliamo raggiungere squadre del livello del Manchester City» ha detto un Garcia affamato di gloria ma consapevole che la strada per vincere è ancora lunga.

La società, intanto, si prende i 35 milioni circa incassati grazie alla Champions e, tutto sommato, non si aspettava molto di più. Il percorso di crescita pensato dagli americani è spalmato in un lungo periodo e si scontra con la voglia di successi di un ambiente frustrato da tante delusioni. L’illusione di aver sorpassato la Juventus e raggiunto subito un livello di competitività alto in Europa è sfumato nel giro di tre mesi. Dalla prova di forza dell’Etihad, è come se la Roma si fosse sgonfiata di partita in partita. Le cause? Infortuni, difficoltà a mantenere una condizione atletica brillante per affrontare il doppio impegno, qualche errore di gestione di un Garcia meno padrone della situazione rispetto allo scorso anno e ancora fuori dai top 16 d’Europa, la conferma di limiti strutturali di una rosa molto lunga ma con dei buchi da colmare.

Tra i rinforzi estivi, solo Manolas è riuscito a diventare un punto fermo della formazione titolare, con Yanga-Mbiwa e Astori impegnati a non far rimpiangere Castan. I recenti progressi di Holebas non bastano ancora per colmare le insicurezze della fascia sinistra, Keita è arrivato per fare il quinto centrocampista e si è ritrovato a giocarle quasi tutte a 34 anni, i vari Uçan, Paredes e Sanabria non vengono presi in considerazione dall’allenatore nonostante il club abbia investito cifre «pesanti» su di loro, Iturbe è il caso più preoccupante. Il secondo acquisto più costoso della storia romanista, quello che aveva fatto gridare al «sorpasso» sulla Juve e convinto Conte a fare le valigie, per ora è una riserva. Problemi fisici, ambientamento, un carattere da costruire e difficoltà tattiche: c’è un po’ di tutto nella crisi di questo ragazzo che Garcia deve recuperare in fretta. A gennaio Gervinho (e Keita) saluta per chissà quanto tempo, Iturbe deve necessariamente cambiare marcia se la Roma aspira allo scudetto.

Tra i «vecchi», De Sanctis sembra aver imboccato il viale del tramonto, Maicon combatte con un ginocchio malandato e una motivazione difficile da tenere alta dopo il Mondiale perso in quel modo, De Rossi vive un altro momento nero e si è ritrovato in panchina nella gara più importante, Strootman sta ancora completando un recupero lunghissimo. «Costruiremo la Roma del futuro attorno a lui» garantisce Baldissoni. Ma le sirene inglesi hanno ripreso a suonare. Sarebbe il caso di godersi un po’ un campione del genere prima di sacrificarlo sull’altare del Dio Denaro.

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